Mentre la Cortellesi continua a staccare tutti di parecchie misure, vediamo gli altri film che hanno appena debuttato in Italia
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Paola Cortellesi continua a dominare la vetta del box office italiano. Il suo “C’è ancora domani” ormai ha sfondato il tetto dei 20 milioni di euro di incassi e continua a volare, nonostante il Mibact, all’epoca della pre-produzione, l’avesse sonoramente bocciato perché ritenuto «di scarso valore artistico». Ma nella classifica del box office, oltre alla storia della regista e attrice italiana che ha stregato il Paese, troviamo questa settimana anche delle new entry. Diamo un'occhiata alle novità in sala.
Il grande cuore di Loach
Ken Loach è tornato ed è sempre una buona notizia. Il suo sguardo stavolta si posa su una taverna, The Old Oak (la vecchia quercia), l’unico ritrovo di una piccola cittadina di minatori nel Nord Est dell'Inghilterra. T.J. Ballantine è un uomo di mezza età, con gli occhi limpidi e l'aria mite. La vita scorre quieta tra una birra e una chiacchierata al bancone di legno fin quando arriva in paese un gruppo di rifugiati siriani. C’è chi li accoglie, chi mugugna. Le parole che si masticano al pub cambiano, diventano pietre, ma sono familiari. «Che vengono a fare qui?» «Siamo già troppi». «Perché non si bada a noi che abbiamo più bisogno...». Loach, al solito, senza dare giudizi e fare la morale a nessuno, lascia che i suoi personaggi agiscano nel dubbio. Ed è così che lui affonda nello spirito dello spettatore: a passo leggero.
Uscito da poche settimane, il film in Italia è già entrato nel box office tra i film più visti. Il regista inglese, che come pochi, riesce a dipingere la working class, dopo averci stracciato il cuore con “Io, Daniel Blake” (lo trovate su Prime Video), e averci fatto masticare amaro con il delicatissimo “Sorry, We missed you” (Sky, Prime, RaiPlay), torna per parlarci di integrazione e comunione, ma senza giudicare, quello toccherà a noi spettatori.
Il Napoleone contestato
Non è piaciuto ai critici francesi (per niente) tanto che Le Figaro l’ha definito «la storia di Barbie e Ken sotto l’Impero». Eppure Oltralpe, nonostante le polemiche, è già campione d’incassi. Parliamo di “Napoleone” secondo Ridley Scott. L’uomo leggendario, il condottiero larger than life, il generale che con acume e ambizione, aspirava a conquistare il mondo, assume nel film del regista di Blade Runner, una connotazione fragile e insicura. Il suo piglio s'addolcisce solo davanti al fascino di Giuseppina (Vanessa Kirby), a cui indirizza lettere d’un amore quasi disperato. Lei, in una scena truccata quasi a voler ricordare l’androide Pris di Blade Runner, di lui (interpretato da Joacquin Phoenix) fa quel che vuole. Napoleone non fa che scriverle, mostrando un lato di sé debole, piegato ai sensi, prostrato al sentimento. Se usciti dalla sala, di questo personaggio non sarete sazi, potrete dare la caccia (e in bocca al lupo) alla pellicola di Sergej Fedorovic Bondarcuk che raccontò gli ultimi cento giorni di Bonaparte (con il volto di Rod Steiger) in “Waterloo” (musiche di Nino Rota). Anche Marlon Brando fu Napoleone per il film Désirée di Henry Koster (introvabile). Il mito era troppo pieno di spigoli per non attirare l'attenzione anche di Stanley Kubrick che, tuttavia, non fece in tempo a concretizzare il suo progetto. C’è riuscito, invece, Scott, maestro degli effetti speciali, incassatore rodato di critiche, che grazie all’uso sapiente dei mezzi digitali, ci regala delle scene da battaglia che da sole valgono la visione.
L’uomo più sognato del mondo
Paul Matthews è un uomo comune. Non lo noti in una fila. All’improvviso comincia a comparire nei sogni di milioni di persone. Questo lo rende da anonimo professore di biologia, la persona più famosa del mondo. È Nicolas Cage a interpretare quella che potrebbe essere l’outsider della settimana "Dream Scenario". Kristoffer Borgli ha scritto, sceneggiato e diretto questo film prodotto da Ari Aster (regista di Midsommar) e si diverte a disegnare con l'inchiostro nero, il professor Matthew, che dell’understatement ne aveva fatto una ragione di vita, e si ritroverà a dover sopravvivere a un'imbarazzante notorietà.