Il mondo assiste inerme ad un gioco di roulette russa che sta andando avanti da quasi otto mesi. Noi ad attendere la fine che faremo in patria per i problemi interni al Paese e a quella che potremmo fare per i danni “non tanto collaterali” provocati dall’attuale guerra in Ucraina.

Come per il ponte Antonovsky colpito ma non affondato. Oggi intorno alle 6 del mattino ore di Mosca, un'esplosione si è verificata sul ponte ferroviario attraverso lo stretto di Kerch, dove una parte del ponte sarebbe crollata. Diversi serbatoi di carburante hanno preso fuoco, la circolazione di auto e treni sul ponte è stata sospesa, ed è stata attivata subito la sostituzione con traghetti che sopperiranno all’attuale danno.

Secondo le prime fonti, le autorità locali avevano dichiarato che un serbatoio di carburante aveva preso fuoco su un treno merci che attraversava il ponte. Lo aveva annunciato nelle prime ore di questa mattina Oleg Kryuchkov, consigliere del capo della Crimea, e successivamente confermato dal servizio stampa della Crimea Railway.

Sul suo canale Telegram, Kryuchkov aveva scritto: «È troppo presto per parlare di cause e conseguenze. Sono in corso i lavori per spegnere l'incendio, che a distanza di molte ore dall’accaduto è stato estinto».

Durante la mattinata si sono susseguite diverse ipotesi e tra queste dichiarazioni sono arrivate quelle del Comitato Nazionale antiterrorismo russo, le cui asserzioni parlerebbero di un camion che è stato fatto saltare in aria sul ponte della Crimea, provocando l'accensione di sette serbatoi di carburante sul treno.

Sergey Aksyonov, capo della Crimea, questa mattina recatosi sul posto ha dichiarato sul suo canale Telegram: «Sono crollate due campate del fondo stradale della diramazione che va da Krasnodar a Kerch».

Viene confermato, a distanza di ore dallo spegnimento del fuoco, quanto scritto da Aksyonov questa mattina, che a seguito dell'esplosione del ponte di Kerch, che collega Krasnodar alla Crimea, parte della carreggiata è crollata e anche i binari della ferrovia sono stati danneggiati. Ma da un video si evince come su quattro corsie, solo una è rimasta operativa su Krymsky Most. Il passaggio è consentito solo alle auto, confermato la riduzione del volume dei trasporti.

Sembrerebbe che a organizzare il colpo sia stata la Sbu Ucraina. Tra le numerose dichiarazioni sui social colpisce anche quello del consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente ucraino Mikhail Podolyak, che sulla sua pagina Twitter scrive: «La Crimea, il ponte, l'inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è rubato deve essere restituito all'Ucraina, tutto l'occupazione russa deve essere espulsa».

Il Presidente, Vladimir Putin ha ordinato la creazione di una commissione governativa speciale. La mossa di oggi per quanto strategica, anziché cercare la possibilità di un dialogo tra le parti, ha ulteriormente inasprito la situazione, che rischia di diventare ancora più incontenibile rispetto a prima. Il comando russo si trova così ad affrontare critiche senza precedenti tra battute d'arresto in Ucraina e mobilitazione fuori controllo. Biden che butta benzina sul fuoco creando allarmando un reale Armageddon dal periodo dei missili cubani e l’Europa trattiene il fiato.

A chi gioverà di questo colpo?

Secondo diversi specialisti che ad oggi stanno intervenendo sull’accaduto, sembrerebbe che nei territori occupati dell'Ucraina meridionale, circa il 75% della fornitura di truppe russe e armamenti, sia stato effettuato attraverso la Crimea.

I danni al ponte renderanno ora impossibile il trasferimento dei russi mobilitati attraverso la Crimea e questo bloccherebbe l’arrivo di uomini e mezzi a favore della Russia in più direzioni partendo da Zaporozhye, fino ad arrivare sulla riva sinistra della regione di Kherson.

A confermare quanto appena dichiarato l'esperto militare Alexander Musienko durante un Telethon. «Bisogna capire che da qualche parte circa il 75 percento del sostegno al raggruppamento di truppe russe nei territori occupati dell'Ucraina meridionale è stato effettuato attraverso la Crimea occupata e, in particolare, attraverso il ponte di Crimea. Bloccando - secondo l’esperto - l’obiettivo della Russia di trasferire dalla Crimea i coscritti che verrebbero successivamente divisi tra Zaporozhye o sulla riva sinistra della regione di Kherson. Ciò renderà ora impossibile tale trasferimento».

Questo nel breve e prossimo futuro, potrebbe rallentare il “lavoro” delle truppe russe creando dei prerequisiti affinché le FR abbiano ancora più problemi nei territori occupati del sud. Ne segue che come per le più grandi infrastrutture di comunicazione, soprattutto in un periodo di guerra, il ponte di Crimea è un collegamento logistico fondamentale che collega la Federazione Russa e la Crimea con la regione di Kherson.

I danni provocati dall’esplosione oltre ad essere un grande vantaggio per l’Ucraina, poiché vanno ad intaccare la “stabilità” che aveva la Federazione sulla situazione logistica, complicano la contesto per le truppe anche per la fornitura di cibo, carburante e armi.  

Ma è anche vero che è in atto una sostituzione momentanea per i trasporti, che si riattiverebbero su traghetti temporanei, il tutto per risolvere parzialmente il problema, costringendo in tal modo la Catena di Comando a rivedere l’organizzazione logistica e non solo.

Il ponte riaperto a una solo corsia