È stato approvato dal Consiglio regionale l’aggiornamento al piano rifiuti della Calabria, alla luce delle direttive dell’Unione Europea in materia di economia circolare. Il provvedimento è stato illustrato in aula dal consigliere della Lega Pietro Raso che ha spiegato gli obiettivi di fondo che ha sostanzialmente tre pilastri: raccolta differenziata al 75% nel 2025 e all’80% nel 2027, «eliminazione definitiva del ricorso alla discarica», la centralità del termovalorizzatore di Gioia Tauro «per chiudere il ciclo di gestione». Dopo l'intervento del consigliere relatore, Pietro Raso, il capogruppo M5s Davide Tavernise ha chiesto l'intervento del presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, «per spiegare - ha detto - come intende realizzare il contenuto del Piano». Per il grillino infatti c’è un pezzo mancante che è quello relativo agli ecodistretti di cui non c’è alcuna traccia.

Giovanni Muraca, del Pd, nell’annunciare l’astensione del suo gruppo, ha sostenuto che «ci sembra difficile rispettare la tempistica sulla definizione degli impianti, prevista nel 2025 senza che ci sia ancora la definizione dei siti, così come sembra difficile per il termovalorizzatore di Gioia Tauro e poi abbiamo il sospetto di indirizzare la frazione umida alla gestione dei privati». Proprio sul raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro si è soffermato il capogruppo di DeMa, Ferdinando Laghi, che ha definito inconciliabili il concetto di far scomparire le discariche con il raddoppio dell’impianto. Questo per il solo fatto che le ceneri poi debbono essere interrate in discariche apposite. Per il resto Laghi si è lanciato in elogi sull’Arrical e soprattutto sulla sua guida, Bruno Gualtieri. La controprova è che si è registrata in Calabria un abbassamento delle tariffe e lo stop all’invio dei rifiuti fuori dalla regione. Argomenti che Raso riprende pari pari nella sua controreplica. Questi ha sottolineato come il miglioramento nella gestione porterà già a fine anno a un abbassamento della tariffa, e il termovalorizzatore permetterà che meno del 10% vada in discarica, con un ulteriore recupero di risorse. La proposta è stata approvata a maggioranza.

Bilancio Aterp

Il Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza, il rendiconto dell'esercizio 2022 dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (Aterp). Il tema è stata l'occasione per un breve dibattito, nel corso del quale sono intervenuti i consiglieri Pd Ernesto Alecci, Amalia Bruni e Raffaele Mammoliti, che ha riguardato la gestione dell'azienda e le politiche per la casa in Calabria. Alecci ha segnalato «le criticità nella gestione del patrimonio residenziale pubblico, che versa in condizioni drammatiche, vanno trovate risorse». Amalia Bruni ha osservato: «Apprezzo il protocollo di intesa tra presidente Mancuso e Aterp per gli alloggi per le donne vittime di violenza, qui la Calabria si pone all’avanguardia. Ma il rendiconto evidenzia la costante difficoltà nella riscossione dei canoni di locazione degli immobili, bisogna rispondere immediatamente all’emergenza abitativa in atto, ci sono 90mila case vuote non assegnate. Serve un nuovo Piano Casa. Il Pd ha proposto una nuova normativa che investe sull’edilizia residenziale».

Sistema statistico

Approvato poi, questa volta all’unanimità, il Siscal, il Sistema statistico Calabria che contiene alcuni elementi innovativi rispetto alle normative delle altre Regioni, tra cui, in particolare, la promozione della fruizione dei dati statistici nell'ambito del portale 'Calabria Open Data', nonché la previsione della collaborazione e del supporto, da parte dell'Ufficio di statistica regionale, al Consiglio regionale nell'ambito dell'iter di formazione e monitoraggio dell'attuazione delle leggi regionali.

Agenzia sviluppo aree industriali

Agenzia sviluppo aree industriali: è qui che il Consiglio è entrato nel vivo con un vivace botta e risposta fra l’assessore Varì e il consigliere del Pd Mammoliti (a sua volta firmatario di una proposta di legge sull’argomento). Secondo il consigliere dem su questa proposta la Giunta ha gettato la maschera e cade la narrazione di Occhiuto che dipinge un Pd sempre contro a prescindere. Mammoliti non fa riferimento solo alla sua proposta sull’agenzia, poi bypassata da quella presentata da Luciana De Francesco (FdI) ma cita anche gli emendamenti non approvati sulla riforma dei Consorzi di bonifica. Ma la critica maggiore del provvedimento sta nel fatto che si tratta di una sorta di maquillage dell’ex Corap che cambia, a giudizio di Mammoliti, solo il nome. «Non c’è alcuna riforma delle politiche industriali: Occhiuto e la maggioranza – ha rilevato Mammoliti – hanno fatto un testo a tavolino senza nemmeno andare sul posto nell’area industriale di Lamezia Terme, dove c’è stata un’intimidazione a un’azienda di Callipo».

Concetti questi ribaditi anche dal collega Antonio Lo Schiavo secondo cui la Giunta vorrebbe riportare le politiche industriali calabresi agli anni ‘70 con una sorta di dirigismo sul mercato che non ha dato i frutti sperati.

Piccata la replica dell’assessore Varì che pone anche alla minoranza due domande: siete soddisfatti dell’attività del Corap? Gli investimenti effettuati in questi anni sono soddisfacenti? Poi il colpo di teatro quando dice che l’agenzia nasce sulla scorta di una legge la n°47/2019 approvata dall’amministrazione Oliverio che prevedeva la nascita di un’agenzia qualora terminasse la liquidazione del Corap. L’assessore ha anche aggiunto che lo scopo dell’agenzia è duplice: da un lato gestire e infrastrutturare le aree industriali, dall’altro attrarre nuovi investimenti.

L’agenzia dovrebbe reggersi economicamente da sola grazie ai tributi consortili e alle vendite, ma la Giunta ha previsto un investimento di circa 47 milioni di euro presi dal Fsc per la riqualificazione e l’infrastrutturazione di queste aree.

Dopo l’intervento di Varì, ci si sarebbe attesi la replica di Mammoliti, visto che l’assessore ha bocciato in aula senza appello il disegno di legge presentato dal Pd. Invece a sorpresa ha preso la parola Graziano (Azione), che ha proposto il rinvio della votazione non essendoci in aula i numeri utili alla creazione di un nuovo ente pubblico economico (la norma prevede la maggioranza qualificata). La proposta di rinvio è stata approvata, il Corap ancora una volta continua ad esistere nonostante la sua gravissima situazione economico-finanziaria.