«Scegliendo di mettermi in gioco, ho accettato di impegnarmi in prima persona per avviare un percorso di profondo rinnovamento, animato dalla volontà di compiere delle scelte radicali, di rivoluzionare il modo di pensare e di amministrare la nostra città. Oggi Vibo Valentia appare come una città rassegnata e piegata su se stessa. Stremata dalle tante vertenze lavorative, dalle difficoltà quotidiane e dalla scarsa attenzione che riserva alle sue fasce più deboli, dalla carenza di servizi adeguati ad un capoluogo di provincia. Una città mortificata da una classe politica distante, che sfugge alle proprie responsabilità, senza andare realmente incontro alle esigenze dei suoi concittadini.

Oggi, come non mai, si avverte l'esigenza di tornare a guardare con speranza al futuro, di tornare finalmente a parlare di fiducia, di cambiamento, di opportunità, di ritrovare l'orgoglio di essere vibonesi. Ed è la politica, prima di altri, ad avere questo compito, dovendo ritrovare quell'autorevolezza perduta che le consenta di difendere le giuste ragioni della città sui tavoli che contano e, soprattutto, mettendoci la faccia e rimboccandosi le maniche per gestire un nuovo processo amministrativo e dare risposte non più rinviabili.  

Io ho un'idea di città possibile, una visione di futuro, contrapposta alla nostalgia delle cartoline sbiadite, ai "bei tempi andati", ad un'epoca e ad una forma mentis non più in linea con le reali necessita di una città che deve essere moderna nell'animo e, soprattutto, nei servizi e nelle possibilità che offre ai suoi residenti.

Adesso abbiamo l'occasione per farlo, per invertire la rotta. La svolta è realmente a portata di mano. Essa è incarnata da tanti giovani, e meno giovani, stanchi di subire, stufi di masticare amaro di fronte a problemi e inefficienze, o rimanendo a guardare classifiche inclementi. Un cambiamento che parta dalla volontà di risolvere i problemi che affliggono Vibo; di portare innovazione nella forma e nei contenuti dell'azione amministrativa; di immaginare e costruire insieme una nuova idea di città più vivibile e decorosa, più bella e rispettata, più accogliente e a misura d'uomo, più colta e più inclusiva, più europea. In un parola, più viva.

Per farlo, siamo consapevoli occorra anzitutto innalzare il livello della politica. Uscire da quegli schemi stantii, delle vecchie strategie che parlano di civismo dove civismo non c'è, spacciano gli stessi uomini, le stesse facce, le stesse logiche, per il "nuovo".

Per questo rivendico autonomia decisionale e libertà di pensiero, che hanno sempre caratterizzato il mio modo di essere. Dalle elezioni primarie, svolte solo pochi giorni fa, è emersa la volontà di tanti cittadini di occuparsi finalmente della cosa pubblica, di lanciare un sasso nelle acque stagnanti della politica cittadina, reclamando a gran voce una nuova possibilità di scrivere una pagina diversa per questa città. Chi ancora non l'ha capito, chi si ostina ad agitare spettri antichi, semplicemente è fuori dalla storia. Non ha compreso che il suo tempo è scaduto, non ha capito dove sta andando la società e a quali orizzonti Vibo Valentia ambisce».