Approvato il rendiconto 2019. La minoranza incalza l'assessore Nardo che replica: «Non mi dimetto, mai nessuno ha fatto quanto questa amministrazione»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Un altro “buco” è certificato. Il consiglio comunale di Vibo Valentia ha approvato il rendiconto di gestione 2019 con un disavanzo di circa 2,4 milioni di euro. Maggioranza compatta, opposizione contraria, la pratica è andata in porto al termine di sei ore di discussione. Un dibattito in cui a tenere botta all’amministrazione, sulle sponde della minoranza vi erano alcuni consiglieri d’opposizione, Stefano Luciano e Laura Pugliese (subentrata proprio oggi al “dimissionario” Alfredo Lo Bianco) su tutti. Loro due, in particolare, hanno criticato il documento contabile portato all’attenzione dell’assise dalla giunta Limardo.
Ad esporre i motivi del nuovo disavanzo, l’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo. Sono sostanzialmente tre le poste che hanno pesato: il riaccertamento dei residui attivi/passivi, che ha portato a certificare mancati incassi certi per circa 1,5 milioni di euro; la sentenza della Corte costituzionale che ha imposto di sottrarre il Fondo anticipazione liquidità (Fal) dal Fondo crediti dubbia esigibilità (Fcde); ed infine, il cambio del calcolo proprio del Fcde, che passa dal metodo semplificato a quello ordinario.
La Nardo ha evidenziato il risultato positivo relativo all’anno corrente, con un avanzo di amministrazione di 18 milioni di euro e un fondo cassa incrementato che ha portato il risultato di amministrazione a circa 21 milioni, rispetto ai 17 dell’anno prima. Ma il saldo negativo lo ha determinato proprio il Fcde, che è arrivato a superare i 22 milioni di euro. Questo “buco” di oltre 2,4 milioni dovrà essere coperto nei tre esercizi successivi, con circa 823mila euro all’anno. A questi “debiti” vanno ad aggiungersene altri, approvati nei successivi odg del consiglio di oggi, pari ad oltre un milione da spalmare nei prossimi 15 anni.
Ma il dibattito è andato oltre la freddezza dei numeri, prendendo una piega politica. Dai banchi dell’opposizione, a chi invocava le dimissioni della titolare del Bilancio, la diretta interessata replicava a muso duro: «Io non mi dimetto. Io mi sento vibonese. E se Vibo non la cambia questa maggioranza, questa amministrazione, non la cambia nessuno. Quello che sta facendo questo sindaco, in questa città, non l’ha mai fatto nessuno. Mi sarei aspettata - ha attaccato la Nardo - delle considerazioni differenti rispetto a quanto ho sentito, se non altro per la responsabilità che abbiamo avuto, e che nessuno fino ad oggi si è mai preso, di avere redatto un rendiconto veramente improntato ai principi di veridicità e prudenza. Avrei potuto sbandierare i risultati positivi ottenuti nell’arco di questa gestione, ma non l’ho fatto. Perché non è questo l’interesse della città».
Un confronto aspro, in particolare con la Pugliese, che quel ruolo lo aveva ricoperto fino a poco più di un anno fa. Alla Nardo ha fatto da scudo il sindaco: «Ringrazio l’assessore per la straordinaria competenza, che era già risaputa, ma soprattutto per avere difeso come un leone la città di Vibo Valentia».
Alle legittime ragioni della Nardo - l’operazione “pulizia”, sul fronte dei residui e del Fdce è lì a testimoniarlo, come anche sul calcolo del fondo per il contenzioso -, fanno però da contraltare alcune innegabili lacune. La riscossione dei tributi, ad esempio, è un manifesto all’incapacità di produrre liquidità. E non soltanto nel coattivo. Il leggerissimo incremento, che pure c’è stato rispetto al passato, non è sufficiente a garantire una copertura adeguata nel bilancio per erogare servizi essenziali.
E potrebbe non essere sufficiente - lo sanno bene i contabili di Palazzo Luigi Razza - a convincere la Corte dei conti ad approvare un Piano di riequilibrio per il quale il risanamento dei conti partiva proprio dall’aumento della riscossione. A Vibo acqua e spazzatura non la paga praticamente nessuno. D’altronde, dalla stessa maggioranza (Lorenzo Lombardo) è partita la proposta di esternalizzare il servizio riscossione per aumentarla. Ma su questo fronte la strada è in salita, ed i richiami all’orgoglio, alla lotta e alla trasparenza servono davvero a poco.