L'attacco di Teresa Esposito (Pd) e dei consiglieri di minoranza Giuseppe Policaro e Marco Miceli che chiedono di sapere come verranno spesi i soldi del ministero della Cultura
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Nessuna novità in merito al programma delle iniziative che dovranno fare da vestito buono e attraente al titolo di Vibo Capitale italiana del libro 2021. Ad oggi, dunque, nulla si conosce. Il quadro economico – come è noto – è stato invece approvato lo scorso 15 luglio (per una spesa complessiva pari a 600mila euro) con apposita determina predisposta e firmata dalla dirigente di settore Adriana Teti, ma del calendario degli eventi nessuno sa cosa si farà, dove e con chi. Da quanto filtrato da Palazzo Luigi Razza, la delibera di giunta sarebbe pronta (la numero 106, licenziata tra il 4 e l’8 giugno scorsi e dovrebbe contenere le iniziative) ma ad oggi non è stata ancora pubblicata. «Il programma è ancora in via di definizione», ha sussurrato qualche alto funzionario prima che il Comune chiudesse per il fine settimana. Ma, intanto c’è chi sollecita all’amministrazione guidata dal sindaco Maria Limardo di applicare «il principio della trasparenza».
Come Teresa Esposito, esponente del Partito democratico vibonese, che ha chiesto ai vertici comunali, e più specificatamente nella persona del primo cittadino, di mettere a disposizione delle minoranze il progetto «perché – ha puntualizzato l’esponente democrat – si possano conoscere nei dettagli gli eventi culturali di cui godrà la città. Ci dica poi il sindaco chi per conto del Comune terrà i rapporti con l’ente erogatore garantendo l’esecuzione di quanto contenuto nel progetto». E dopo di lei è stata la volta di Giuseppe Policaro e Marco Miceli componenti del gruppo consiliare di opposizione “Vibo Democratica”, i quali hanno confessato di non comprendere «la difficoltà dell’amministrazione comunale a rendere pubblica la programmazione completa delle iniziative di Vibo Capitale italiana del libro 2021. La questione – hanno ironizzato i due esponenti della minoranza in consiglio comunale – assurge quasi i contorni del quarto segreto di Fatima. La stessa parrebbe essere stata deliberata dalla giunta comunale, con atto numero 106 e dovrebbe contenere tutte le iniziative culturali alle quali tutti i cittadini italiani potrebbero essere invitati a partecipare se solo fosse loro concesso di conoscerne l’intera programmazione».
La richiesta di prendere atto della programmazione di Vibo capitale italiana del libro 2021 non è dettata da semplice curiosità. Ma le forze di minoranza, dentro e fuori il Palazzo di Città, intendono soprattutto sapere in che modo verranno spesi i soldi concessi dal ministero della Cultura e gli altri che l’amministrazione pensa di recuperare strada facendo. Il progetto è grande ed importante e tutte le forze politiche volevano essere coinvolte. Il caso è, quindi, esploso nelle commissioni consiliari. In particolare, nel corso dell’ultima seduta della IV Politiche sociali, presieduta per l’occasione da Danilo Tucci. Malumori evidenti da parte delle minoranze per la mancata pubblicazione delle iniziative che si vorranno mettere in campo nel corso dei prossimi dodici mesi. È stata, tra gli altri, Laura Pugliese, componente in consiglio comunale del Gruppo misto, ad incalzare la maggioranza. Nel suo intervento quest’ultima ha accusato l’amministrazione di non avere coinvolto i consiglieri tutti, di maggioranza e di opposizione, nella stesura del programma che «nessuno ancora conosce», ha rimarcato l’interessata. Rivolgendosi direttamente ai rappresentanti del centrodestra, la Pugliese ha chiesto di riferire se qualcuno fosse a conoscenza o meno delle manifestazioni programmate per Vibo Capitale italiana del libro e di parlare in commissione. A questo punto imbarazzo e tanto silenzio tra i consiglieri della maggioranza, i quali sono anche loro allo scuro di tutto. Solo Antonio Schiavello, consigliere di Forza Italia, ha chiesto e ottenuto di parlare, ma solo per evidenziare che si sta lavorando e che quando arriverà il momento tutti saranno messi a conoscenza del programma. Insomma, continua il mistero attorno al programma che, nelle intenzioni dell’amministrazione Limardo, dovrebbe rilanciare su scala nazionale l’immagine di una città e di un territorio fino ad oggi troppo sbiadita. Per non dire in bianco e nero.