La proposta aveva creato un violento scontro politico. Opposizione all’attacco: «Atto ignobile e vergognoso, i morti per la libertà si rivoltano nella tomba»
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Sospesa tra urla e polemiche la prima convocazione, ripresa con urla e polemiche anche la seconda. Ma stavolta andata in porto. La commissione Urbanistica del Comune di Vibo Valentia ha dato parere positivo all’intitolazione di una strada cittadina a Giorgio Almirante, tra i fondatori del Movimento sociale italiano e punto di riferimento per la destra nazionale. A poco sono serviti gli interventi di alcuni rappresentanti d’opposizione, esponenti del Partito democratico, del Movimento 5 Stelle. La maggioranza di centrodestra ha dato il via libera alla proposta, che ora dovrà passare al vaglio degli uffici competenti e successivamente in giunta, con eventuale delibera di approvazione da consegnare poi alla Prefettura per il visto definitivo. L’iter è lungo, insomma, ma la strada (letteralmente) è tracciata.
La seduta aperta dalla presidente Carmen Corrado, come detto, è proseguita sulla falsariga dell’ultima volta. Il consigliere Domenico Santoro ha ricordato che questo sindaco, Maria Limardo, aveva «sottoscritto il Patto per la città con le principali associazioni vibonesi, che prescriveva, tra l’altro, di intitolare vie e piazze alle vittime della mafia», annunciando poi che «è probabile che la senatrice Liliana Segre, cui avete scelto anche voi di conferire la cittadinanza onoraria, sentendo questa storia non verrà». Secondo Santoro, che non rinnega di «essere stato comunista», il tempo delle ideologie «è superato, e Vibo ha bisogno di altro, non di essere portata indietro di 70 anni. Questa scelta è ignobile».
Di spessore, al limite della commozione, è stato l’intervento di Loredana Pilegi, senza dubbio la più aspra contestatrice della proposta, che ha parlato di «morti che si rivoltano nelle tombe» al solo ascoltarla: «Oggi ci state riportando agli anni di piombo, oggi state calpestando la libertà che i padri costituenti e i partigiani hanno conquistato anche per voi, al costo della vita». A chiudere la schiera dei contrari, l’esponente democratico Stefano Soriano, il quale ha voluto rinunciare al gettone di presenza di oggi «come atto di contrarietà ad un ordine del giorno che poco ha a che fare con i problemi della città e che si distingue per essere un argomento meramente politico. Nel momento in cui il mondo riscopre il razzismo - ha attaccato Soriano - noi intitoliamo una via ad un fascista. È vergognoso».
Ad intervenire a favore, oltre al capogruppo di Fratelli d’Italia, Antonio Schiavello, che ha portato in aula la richiesta protocollata tempo fa dal movimento politico Riva destra, anche il consigliere comunale d’opposizione (piccolo paradosso tutto vibonese) Pietro Comito, e per la maggioranza Lorenzo Lombardo. Comito a testa alta e muso duro: «Vengo dal Movimento sociale e morirò a destra. Sono ben lieto di approvare l’intitolazione di una via ad un personaggio che mai è stato additato, durante la vita repubblicana e democratica, per crimini o addebiti di sorta». Secondo Lombardo, invece, «non si tratta di proposta anacronistica, bensì del riconoscimento di un personaggio che, in un modo o nell’altro, ha segnato la storia politica di questo Paese. E va da sé che non si può guardare al futuro senza un occhio sul passato e sulla nostra storia».
La votazione ha visto tra i favorevoli i consiglieri Corrado, Ursida, Colloca, Russo, Lombardo, Lo Schiavo, Cutrullà, Cataudella, Schiavello e Comito. Contrari Pilegi, Santoro e Soriano.