L'ex sindaco di Rende: «Con mio padre confronti anche aspri ma sulle grandi questioni si sono sempre trovati d'accordo. Tenace il suo impegno per il Mezzogiorno e per la Calabria»
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L’area urbana cosentina è stata per anni uno dei pilastri del Partito Socialista. Tra Cosenza e Rende si sono vissute stagioni di riformismo esaltanti, guidate da due grandi interpreti: Giacomo Mancini e Francesco Principe. Nel ventennale della scomparsa di Mancini, deputato per dieci legislature consecutive, più volte Ministro e sindaco del capoluogo bruzio, Sandro Principe ne traccia un vivido ricordo, testimoniando anche quei momenti in cui i due leader politici di assoluto spessore, «essendo personalità di primo piano – dice al nostro network – hanno dato vita a confronti anche aspri, espressione di punti di vista differenti nel contesto però di un partito aperto al dibattito. Sulle grandi questioni però si sono sempre trovati d’accordo. Anche con me quando entrambi eravamo sindaci, lui di Cosenza, io di Rende».
Un grande meridionalista
«Oggi la politica ha raggiunto livelli molto bassi – prosegue Sandro Principe - È totalmente assente il pensiero, la cultura, la ricostruzione storica, l’intelligenza delle analisi. Tutte qualità che Mancini aveva. Per questo, sinceramente, mi manca molto. È stato un grande dirigente socialista, un meridionalista. Quando era Ministro dei Lavori Pubblici, venne criticato per il suo impegno tenace per il Mezzogiorno e la Calabria. Invece questo impegno dimostrava il suo grande attaccamento alla nostra regione. L’intervento della Salerno-Reggio Calabria ha rotto l’isolamento del Sud e purtroppo, siamo ancora fermi lì a livello di grandi interventi infrastrutturali. Mi auguro che i fondi del Pnrr possano essere impiegati per realizzare finalmente nuove grandi opere».
L'impiego dei fondi europei
«Mancini poi ha rilanciato Cosenza - afferma ancora Sandro Principe - ha saputo utilizzare i fondi europei, che sono stati spesi celermente. Il Viale Parco porta il suo nome e a Rende prosegue con il nome di mio padre e mia madre, segno di quella comune pianificazione che abbiamo portato avanti quando ci siamo trovati entrambi sindaci all’inizio del nuovo millennio. I nostri rapporti in quel periodo furono molto stretti. Mi recavo spesso a Palazzo dei Bruzi per confrontarmi con lui. Abbiamo per primi adottato la programmazione di area vasta, allora si chiamava Pit, oggi Sasus e lui, nonostante la presidenza spettasse ritualmente al capoluogo, mi concesse invece di assumerne la guida. Tanto che oggi lo presiede Marcello Manna, proprio grazie all’allora sindaco di Cosenza».
Partito d'avanguardia
«Il nostro Partito Socialista era l’avanguardia non solo del riformismo ma anche di battaglie del Mezzogiorno. Finito il Psi sono finite anche le politiche per il Sud». Ecco l’intervista