Riunione in serata a Roma tra il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, il responsabile nazionale del partito Nicola Oddati e il commissario regionale Stefano Graziano per discutere della situazione in Calabria all’indomani del voto in Umbria.

Dopo un serrato confronto i tre hanno ribadito la necessità di proseguire lungo la strada tracciata già da qualche mese. In primo luogo è stata evidenziata la necessità di procedere alla costruzione di una “coalizione larga”, aperta il più possibile alle esperienze civiche, alle associazioni e agli amministratori. Per il candidato governatore, infine, si è ribadita l’idea di formulare una candidatura civica che possa ben rappresentare una coalizione ampia.

In terzo luogo i tre hanno ritenuto che è ancora da valutare, e quindi possibile, un accordo con i Cinque Stelle nella nostra Regione, nonostante il risultato deludente ottenuto dalla coalizione giallorossa alle elezioni regionali in Umbria.

Le speranze di Oliverio, dunque, sono rapidamente tornate tendenti allo zero nonostante qualcuno tra i suoi avesse ipotizzato la riapertura di un canale di trattativa con i vertici nazionale del suo partito. Il commissario Graziano, anche nel commento a caldo del voto in Umbria, aveva comunque chiarito che il percorso fatto in Calabria sarebbe andato avanti ugualmente verso il rinnovamento e con l’esclusione dell’ipotesi di un Oliverio bis. Adesso, anche a bocce ferme, l’idea viene rafforzata anche dai vertici nazionali che hanno intenzione comunque si procedere ad una profonda ristrutturazione e riorganizzazione del Pd, anche alla luce della scissione con Matteo Renzi e i suoi, avvenuta in  piena campagna elettorale per l’Umbria.

 

Delusione negli ambienti vicini al governatore che, invece, si stavano attrezzando per una eventuale trattative che potesse riaprire uno spazio per una ricandidatura. Oliverio, dunque, nonostante la sconfitta in Umbria di Vincenzo Bianconi si ritrova al punto di partenza: messo da parte dal suo partito di appartenenza dovrà decidere se rompere o meno e ipotizzare una candidatura autonoma. Magari alla guida delle sue tante liste di amministratori che sarebbero pronte, come il suo entourage fa sapere da diversi mesi. Questo vorrebbe dire spaccare lo schieramento di centrosinistra in Calabria che avrebbe almeno due candidature, avvantaggiando ancora il centrodestra che il voto in Umbria ha ringalluzzito.

Le prossime ore saranno determinanti per le scelte del governatore che non ha ancora sciolto il nodo relativo alla data delle elezioni regionali che, comunque, anche per tempi tecnici sembrano destinate a slittare al prossimo 26 gennaio.