Per Graziano e De Nisi sono troppi i giorni impiegati a rimediare al deragliamento di Centola e attaccano il Governo Meloni sulla scelta dei manager di Ferrovie. «La linea calabrese è obsoleta, per l'alta velocità serve un nuovo tracciato»
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«C’è un video emblematico che gira sui social ormai da mesi e ritrae il time-lapse di un cantiere in Germania: la ricostruzione di un viadotto ferroviario realizzata in soli tre giorni. L’esatto opposto di quello che sta avvenendo in Italia, in questi giorni, a Centola nel Salernitano, dove dopo il deragliamento di alcuni carri di un treno merci, avvenuto 14 giorni fa, ancora non si è riusciti a ripristinare l’armamento e la banchina, paralizzando tutto il traffico verso il sud Italia. Possibile che questa opera sia tanto complessa, da volerci tempi biblici?». È quanto dichiarano i vertici di Azione Calabria, il Segretario Francesco De Nisi ed il Presidente Giuseppe Graziano, esprimendo il proprio sdegno e la più ferma condanna per l’imbarazzante incapacità dimostrata dal Governo Meloni nella gestione delle più importanti aziende controllate dallo Stato, con particolare riferimento a Trenitalia.
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«È la dimostrazione evidente - scrivono in una nota i due consiglieri regionali - della palese incapacità degli organi dirigenti di Trenitalia, i quali non sono stati in grado di pianificare una procedura di ripristino urgente, lasciando il Sud Italia isolato nel momento di altissima stagione turistica».
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«Ancora più intollerabile è l'incapacità di comprendere che, data l’obsolescenza delle nostre infrastrutture, è necessario progettare un nuovo tracciato per l’Alta Velocità che si diriga verso il Sud. È fondamentale inoltre – sottolineano i due massimi esponenti di Azione Calabria - disporre di un’alternativa alla linea tirrenica. Se la linea ferroviaria jonica –aggiungono - fosse stata efficiente, moderna e veloce, il problema che ci si trova oggi ad affrontare non avrebbe avuto impatto, poiché i treni avrebbero potuto tranquillamente percorrere il versante orientale. Purtroppo, il Governo attuale, impegnato nella dannosa creazione di disparità tra le regioni con l’Autonomia Differenziata, ignora le questioni essenziali, urgenti e impellenti. E spiace constatare – concludono Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano – che questa negligente condotta è diretta conseguenza di una politica inefficace e degli inadeguati manager collocati nelle posizioni chiave dalla politica stessa».