La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabriadel 13 luglio ha accolto il ricorso presentato dal comune di Amantea contro la Regione Calabria, nei confronti del Comune di Serra e dell’associazione “Ritorno alle Origini di Temesa”, per l’annullamento della deliberazione del Consiglio regionale con cui si proponeva l’indizione di un referendum consultivo obbligatorio allo scopo di modificare i confini territoriali dei comuni di Serra d'Aiello e Amantea della Provincia di Cosenza.Come noto, a margine il nome del nuovo centro di governo sarebbe stato modificato in Temesa.

«La sentenza dei Giudici Ammnistrativi non mortifica le motivazioni, le ragioni e il faticoso lavoro da noi promosso - dicono dal Comitato “Ritorno alle Origini di Temesa”- .Temesa è e sarà un obiettivo fondamentale al quale non intendiamo rinunciare. Le nostre ragioni si fondano sulla storia comune dei nostri territori, sulla continuità geografica ed economica, nonché su una reale possibilità di sviluppo basata sul turismo culturale, sull’agricoltura e sul commercio».

«Forse - evidenziano -ai meno avveduti sarà sfuggito che la ricchezza non si crea ai danni della miseria di altri. Tanto è quanto successo ai danni di Campora, tanto succede oggi, in modo ancora più marcato visto il declino commerciale che non ha paragoni. La nascita di Temesa rappresenta un’opportunità quindi, non una sottrazione a danni di qualcuno, ma un valore aggiunto per l’intero territorio del basso tirreno cosentino. Inoltre teniamo a precisare che nessun sentimento di rancore ha mai animato e mai guiderà le nostre azioni e che rimandiamo al mittente ogni esplicita accusa in tal senso».

Il Comitato si rivolge al primo cittadino Vincenzo Pellegrino. «Nei fatti sembra che sia stato frainteso il senso della Sentenza enei tempestivi allarmanti comunicati il sindaco di Amantea ha ritenuto opportuno dimenticare alcune importanti questioni che segnano, invece, una netta sconfitta delle obiezioni della parte ricorrente. In effetti tra i punti non ritenuti pertinenti dalla Giustizia Amministrativa ricordiamo quello relativo al numero degli abitanti. In effetti basterebbe chiosare che mai come in questo momento i numeri sono ballerini, ma d’altronde c’è chi con i numeri proprio non va d’accordo. Tanto è! Nello specifico il cavallo di battaglia del sindaco di Amantea è stato spinto nel suo incedere dall’ipotesi che la “nascita del nuovo comune” era “illegale in quanto avrebbe generato 2 comuni sotto i 10000 abitanti, il TAR è stato ancora più chiaro: “…nella fattispecie Serra d’Aiello, nel mutare la propria denominazione in Temesa, modifica la propria area territoriale mediante l’aggregazione della frazione di Campora San Giovanni, non comportando ciò il sorgere di un nuovo Comune”. Inoltre la normativa “…nel prescrivere il limite minimo di 10.000 abitanti, opera un richiamo alla “popolazione”, come tale da non intendersi limitata ai soli residenti aventi diritto al voto”. Questo con buona pace di chi, il sindaco in primis, immaginava la distinzione tra italiani e stranieri o, peggio ancora, la distinzione tra comunitari ed extra-comunitari alla faccia dell’inclusione».

«Invece – spiegano ancora i rappresentanti del Comitato - gli elementi su cui si fonda l’accoglimento del ricorso proposto dal Comune di Amantea si riferiscono ad aspetti che riguardano l’interesse della parte ricorrente su due infrastrutture: il Porto e l’area destinata alla zona PIP. La necessità riscontrata richiede, evidentemente approfondimenti e chiarimenti. Certamente il Comitato “Ritorno alle Origini di Temesa” intende rappresentare la volontà del popolo che negli scorsi mesi ha ampiamente dimostrato di condividere l’idea di potersi esprimere attraverso il referendum a favore della nascita di Temesa. Potremmo anche aggiungere che Serra d’Aiello si è già espressa in tal senso grazie alle recenti elezioni amministrative di maggio, riconfermando con una storica schiacciante maggioranza il sindaco Antonio Cuglietta. Convinti della validità delle ragioni e delle motivazioni che sostengono il nostro faticoso lavoro, in modo sereno ed imperturbato, continueremo fino a quando la Comunità di Campora e quella di Serra, insieme, ridaranno vita alla Nostra Temesa».