Da Capo della Protezione civile a ricercatore del Cnr. È tornato al suo impiego precedente Carlo Tansi. Quello che aveva lasciato nell'ottobre del 2015 per ricoprire il difficile ruolo di capo della Protezione Civile, nominato su proposta dell'allora Vicepresidente ed Assessore al Bilancio e al Personale Antonio Viscomi, oggi deputato in quota Pd.

 

Nei giorni scorsi, dopo il provvedimento di sospensione di 45 giorni, motivato dalle sue esternazioni giudicate poco opportune affidate ai social network, infarcite, secondo i suoi detrattori, di accuse infondate e veri e visioni romanzate che lo vedevano al centro di compolotti e cospirazioni di fantomatici gruppi di potere, Tansi era stato infine esautorato. Durante la riunione di giunta dello scorso 19 novembre l'esecutivo Oliverio ha infatti approvato una delibera che affida temporaneamente l'incarico di Capo della Protezione civile al dirigente generale reggente del dipartimento di Presidenza Domenico Pallaria.


Ospite del direttore di Lacnews24 Pasquale Motta nella puntata di oggi di Pubblica Piazza insieme al giornalista Bruno Gemelli, Carlo Tansi ha provato a dare la sua versione dei fatti. Visibilmente provato dai fatti delle ultime settimane, ha ringraziato i sindacati che pubblicamante hanno espresso solidarietà nei suopi confronti, tra questi anche il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato e alcuni rappresentanti della Cisl, specificando che in realtà, ad avere nei suoi confronti un atteggiamento ostile nei suoi confronti, è stato solo un sindacato, ovvero la Cisal di Franco Cavallaro. Che, intervenuto in diretta, ha contestato all'ormai ex dirigente della Protezione Civile la rendicontazione di alcune spese e le modalità della sua nomina, ricordandogli che al suo indirizzo, proprio a causa dei suoi post affidati a Facebook, sarebbe partita già più di una querela.

Tansi, incalzato da Motta, ha ipotizzato la presenza di un asse Corriere della Calabria-Cisal-Tallini (consigliere di Forza Italia che da mesi attacca quotidianamente Tansi in tutte le sedi e con ogni mezzo possibile).


La Protezione Civile prima di Tansi

Se si chiedesse a qualcuno cos'era e com'era organizzata la Protezione civile in Calabria prima di Carlo Tansi, pochi saprebbero rispondere, perché prima della sua dirigenza era un apparato disorganizzato, divorato dallaburocrazia, dove venivano elargite regalie e indennità. Un milione e mezzo all'anno, gente che guadagnava seimila euro netti, 96 persone nella sala operativa contro i 9 della Lombardia, i mezzi erano tutti a
Catanzaro, in caso di emergenza dovevano raggiungere il luogo della calamità con i tempoi di percorrenza che questo comportava.
«Dal mio arrivo abbiamo risparmiato un milione e 200mila euro l'anno» dichiara Tansi. A tre mesi dall'insediamento gli impiegati della Protezione Civile hanno organizzato uno sciopero per chiederne la defenestrazione. Anche il quel caso, secondo il dirigente, la mobilitazione era nata dal fatto che aveva toccato interessi e tagliato privilegi.

 

Il rapporto con i social network

Quando l'argomento vira verso la comunicazione, e in particolare l'uso che Carlo Tansi ha fatto per mesi dei post di Facebook per denunciare - dice lui- e calunniare - dicono altri, provocatoriamente dichiara:«Allora
dovrebbero fare un provvedimento disciplinare a Papa Francesco, che scrive abitualmente su Facebook». «Ho cercato di alzare il livello della Protezione civile, e io non credo di meritare di essere espulso come un rigorista al 90esimo minuto». 


Infine l'ex dirigente ha dichiarato di voler presentare la sua candidatura per tornare a ricoprire il ruolo di Capo della Protezione Civile.