L’ex capo della Protezione civile ora alleato del centrosinistra ha chiesto alla candidata della coalizione di escludere dalle liste chi ha già fatto tre legislature
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di Claudio Labate
Mentre il centrodestra litiga, provando a scongiurare una spaccatura che potrebbe rivelarsi fatale nella corsa per le regionali, per via della presa di posizione di Fratelli d’Italia che ha agitato lo spettro di una candidatura in solitaria con a capo la parlamentare Wanda Ferro, il centrosinistra affila le armi provando a recuperare il terreno perduto prima della definitiva consacrazione di Amalia Bruni quale candidata presidente della coalizione.
Coalizione che si sta, in tutti modi, tentando di allargare a nuove forze, e che ha trovato in Carlo Tansi un primo alleato che richiama l’anima civica della compagine che accompagnerà la Bruni in questa nuova personale avventura politica.
Un accordo, quello tra Bruni e Tansi sancito da una conferenza stampa in cui i due sembrano già andare d’amore e d’accordo. Il geologo cosentino, in particolare, questa mattina, attraverso i suoi canali social, non ha nascosto la soddisfazione per una intesa che al di là dell’entusiasmo si fonda su precise «garanzie sulla reale volontà di cambiamento della coalizione». Poche righe, quelle di Tansi, che puntano dritto al nodo principale su chi ha costruito gran parte del suo messaggio politico elettorale: la questione candidature. E proprio su questo – sul nodo etico e legalitario - si sta lavorando all’interno del centrosinistra.
Tema diventato centrale nelle ultime campagne elettorali, visto anche l’alto tasso di azioni giudiziarie che hanno investito diversi consiglieri- di diversa estrazione politica -, anche il giorno dopo l’elezione a Palazzo Camapanella.
Il centrosinistra d’altra parte lavora, oltre che ad una esigenza avvertita dai calabresi, anche per controbilanciare l’iniziativa del centrodestra che con Wanda Ferro è riuscito ad inserire un emendamento al Decreto Sostegni rispetto al controllo preventivo delle liste da parte della Commissione parlamentare antimafia.
La Bruni insomma metterà in campo un codice etico, sul quale, giura Tansi, «lavoreremo tutti insieme». Lo stesso ex capo della Protezione civile calabrese, sottolinea, di aver ricevuto ampie rassicurazioni dalla candidata presidente soprattutto in ordine alla necessità di «non consentire di candidarsi al consiglio regionale a chi ha più di tre mandati» e a chi ha determinati problemi di ordine giudiziario.
Riconferma in blocco
Due capisaldi che per il momento non dovrebbero segnare uno stop per i consiglieri uscenti del centrosinistra, di cui fino a qualche giorno fa si confermava la ricandidatura in blocco secondo l’indicazione del Ministro Francesco Boccia, neo commissario della federazione democrat cosentina, subentrato al dimissionario Miccoli, che aveva espresso la volontà di candidare tutti i consiglieri uscenti e di schierarli sotto le insegne del partito, compresi quelli che sono stati eletti tra le fila di Io resto in Calabria e dei Democratici e progressisti.
Insomma, nessun problema per gli uscenti, atteso che l’unico che attualmente può annoverare tre mandati (compreso quello in scadenza) è Carlo Guccione, mentre il capogruppo Domenico Bevacqua e Nicola Irto sono alla loro seconda esperienza a Palazzo Campanella. Una, invece, la legislatura per Libero Notarangelo e Luigi Tassone. Tra gli “altri”, solo Giuseppe Aieta è alla sua seconda legislatura, mentre per i vari Marcello Anastasi, Graziano Di Natale e Antonio Billari si tratta della prima esperienza.
Discorso a parte va fatto per Flora Sculco, eletta alle scorse elezioni nelle fila dei Democratici e progressisti, ma migrata al centro con l’annunciata adesione all’Udc, segnando dunque il ritorno alla “casa del padre” Vincenzo che è stato consigliere regionale per la Margherita.