«La visita del presidente Mattarella ieri ha rappresentato un momento importante di solidarietà e di umanità da parte dello Stato verso una tragedia gigantesca che è stata quella dei morti in mare a Crotone. Subito dopo con una delegazione di parlamentari del Partito Democratico assieme alla nuova segretaria del Pd Elly Schlein siamo andati a rendere omaggio alle vittime perché la solidarietà e la vicinanza degli amministratori che sono oggettivamente rimasti da soli era un segnale importante da fare».

Così il senatore e segretario regionale del Partito democratico calabrese, Nicola Irto, all’indomani della visita al Palamilone di Crotone, al termine della quale i dem hanno deciso di non fare dichiarazioni alla stampa: «Non abbiamo voluto fare una passerella politica, ma abbiamo voluto significare che i gruppi parlamentari sono vicini alle famiglie e a questo disastro umano gigantesco verso cui l'Italia e la Calabria non si possono girare dall'altra parte».

Certo, il Partito democratico ha assunto una posizione netta, già nell’immediato di quella frase proferita dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, evidenziando che è del tutto evidente che adesso il governo debba «dare delle risposte che fino ad ora non ha dato». Soprattutto sul versante dei soccorsi.

«Noi abbiamo chiesto le dimissioni del ministro Piantedosi. Aspettiamo che ci sia un'informativa in aula da parte del Ministro dell'Interno ma anche del ministro Salvini perché bisogna chiarire. C'è una gigantesca responsabilità politica che è quella di non aver fatto i soccorsi in tempo. Non ci si può girare dall'altra parte il governo si deve assumere le sue responsabilità».

Ma non solo. Perché Irto dopo aver ringraziato il Capo dello Stato fa notare come l'assenza a Crotone di membri del Governo, in questi giorni, per rappresentare la vicinanza agli amministratori a alle famiglie che hanno perso un familiare che stava provando a raggiungere la libertà in Europa, attraverso l'Italia, «rappresenta un segnale di debolezza, complicato e brutto, da parte del Governo che si è girato dall’altra parte. Per questo chiediamo non solo le dimissioni ma chiediamo vengano in aula e chiariscano del perché di questo disastro umano».

Irto: «Pd nuovamente al centro del dibattito politico nazionale»

Nell’occasione il segretario Irto offre anche una sua disamina sulle Primarie che hanno incoronato Elly Schlein quale nuova segretaria dem, incorniciandole come un momento importante per il Partito Democratico: «Basta guardare oggi non solo i sondaggi, ma anche i giornali, che rivedono il Partito Democratico al centro del dibattito politico nazionale. È stato un momento e una spinta propulsiva importante, e bisogna farne tesoro. Proprio ieri con Schlein abbiamo discusso della capacità e dell'importanza di tornare sui territori anche riaprendo un nuovo tesseramento, che è stata anche una delle prime richieste che la nuova segretaria Nazionale ha fatto».

Per Irto, secondo cui le primarie hanno rappresentato un momento importante anche in termini di partecipazione, adesso si apre la seconda fase: «Ora il Partito Democratico unito deve rappresentare la voglia di cambiamento che gli elettori ci hanno chiesto: costruire alternative al governo Meloni e siamo molto fiduciosi che l'esito delle primarie, la spinta del popolo di centro-sinistra al nuovo Partito Democratico, ci consentirà di guardare al futuro con più fiducia e soprattutto di creare davvero un'alternativa forte al governo di destra-centro di Giorgia Meloni»

Autonomia, Irto: «Occhiuto un giorno prende le distanze, un altro è filo governista»

Tra le sfide politiche del momento c’è naturalmente anche il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il Partito democratico ha nelle scorse diffuso note pesantissime sull’iter che sta seguendo il ministro e sull’esito dell’incontro in Conferenza Stato Regioni. Irto parte proprio da qui: «Qualche ora fa le regioni italiane compresa la Calabria, tranne quattro - la Campania, la Puglia, l'Emilia Romagna e la Toscana che si sono dichiarate contrarie - hanno supinamente accettato la proposta del governo nazionale, e quindi la proposta a trazione Lega dell'Autonomia differenziata. Tutto questo è inaccettabile. L'abbiamo già dichiarato come Partito Democratico calabrese e come Partito Democratico nazionale, e su questo assieme agli amministratori, e insieme ai nostri organismi di partito, faremo una battaglia politica perché l'autonomia differenziata altro non è che una secessione mascherata, altro non è che dividere l'Italia e potenziare sempre di più il nord del paese. Insomma del sud e della Calabria non gliene frega niente, ed è drammatico vedere che il governo regionale di centrodestra solo per un problema di colore di maglietta politica uguale al governo Nazionale ha firmato accettando supinamente le proposte che vogliono ammazzare Mezzogiorno e ancor di più la Calabria».

Il senatore dem giura che sarà messa in campo un’azione politica su più livelli.
«È del tutto evidente che il luogo principalmente deputato sarà il Parlamento in cui noi chiediamo a tutti i parlamentari calabresi a prescindere dal colore politico di avere uno scatto di dignità di orgoglio e dire “no” al Decreto Legge Calderoli che spacca l'Italia. Poi ci sarà una battaglia in Consiglio regionale perché il presidente della Regione non può pensare di fare lotta e governo allo stesso tempo. Un giorno è filo governista nazionale e un giorno fa finta di prendere le distanze dall'autonomia. Poi agli atti concreti ha firmato e ha sostenuto ufficialmente il progetto di legge della Lega e di Calderoli. Ma noi auspichiamo di fare una battaglia oltre i nostri confini partitici, una battaglia con gli amministratori e con le forze sociali, con tutti coloro i quali vogliono davvero difendere il Mezzogiorno e la Calabria da questo scempio che dividere l’Italia a trazione Lega».