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Giornate di passione in casa Pd. I risultati delle elezioni siciliane non fanno dormire sonni tranquilli a Matteo Renzi e al suo entourage che si prepara ad una riunione di direzione nazionale, fissata per il prossimo 13 novembre, assai complicata. In ballo c’è la stessa leadership del segretario nazionale che dovrà fare i conti con gli oppositori interni, a partire da Andrea Orlando e Dario Franceschini.
Minniti otterrà la deroga?
Una situazione così spinosa che Renzi si sta guardando intorno e prova a stroncare sul nascere le eventuali ambizioni di altri aspiranti candidati premier come l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni e del Ministro degli Interni Marco Minniti. Informalmente è già stato fornito a tutti l’avvertimento che entrambi hanno superato il limite del terzo mandato fissato dallo Statuto del Pd e che eventuali deroghe saranno da decidere e da votare.
A complicare ulteriormente il quadro ci sono poi i sondaggi che fioccano sul tavolo di Renzi e che ipotizzano le proiezioni sui singoli collegi uninominali nelle varie Regioni italiane che parlano di debacle totale.
Sulla stampa nazionale è stato diffuso il sondaggio dell’Istituto Cattaneo che per quel che riguarda la Regione Sicilia prevede un cappotto per il Pd. Sui 22 collegi uninominali disegnati dal Rosatellum ben 21 sarebbero assegnati al centrodestra, mentre uno solo andrebbe ai Cinque Stelle con il Pd che resterebbe fermo al palo.
Il sondaggio che fa tremare la Calabria
Ma a far tremare le vene ai polsi dei vertici del Pd è che tale sondaggio è perfettamente in linea con un altro, ancora riservato, che sta girando alla Camera dei Deputati da qualche ora. In tutta Italia sarebbero soltanto 52 i collegi uninominali che il Pd sarebbe in grado di conquistare e in Calabria la situazione sarebbe tra le più complicate. Sui sette collegi per la Camera dei Deputati a disposizione nella nostra Regione il Pd non ne conquisterebbe neanche uno, lasciando tutto al centrodestra e ai grillini che vengono dati in forte crescita.
Abbastanza per aver messo in fibrillazione un intero partito e tutti gli uscenti che sanno che, per avere certezza della rielezione, devono mirare ai posti del listino. Ecco perché stanno aumentando i malumori e molti big in cerca d’autore, vedi Arturo Bova, hanno già scelto di migrare verso altre sponde. Una migrazione che potrebbe continuare e che scuote dalle fondamenta il partito.
E Oliverio vuole la sanità
Anche il governatore Mario Oliverio sta puntando i piedi e prima di impegnarsi nuovamente al fianco dell’ex premier in una battaglia elettorale che sembra improba vuole garanzie su quello che da tempo gli è stato promesso e cioè la fine del commissariamento della Sanità. Proprio sul tema il presidente della giunta è tornato a d esternare, e con determinazione, negli ultimi giorni. Arrivando a dare anche un ultimatum al governo: se entro il 30 novembre non dovessero arrivare risposte concrete, Oliverio ha annunciato che si incatenerà davanti a palazzo Chigi “nell’interesse dei calabresi”.
Una ulteriore spia della fibrillazione che sta attraversando i democrat di Calabria proprio alla vigila della visita di Pierluigi Bersani che al Sud, con il suo Mdp, ha fatto partire una vera e propria campagna acquisti.
Riccardo Tripepi