Pd e M5s ora valgono quanto Salvini da solo: effetto Umbria non si arresta

I primi sondaggi a una settimana dalla vittoria del centrodestra confermano il trend sovranista e complicano i piani di chi vorrebbe l'intesa tra democrat e grillini anche in Calabria

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di Riccardo Tripepi
5 novembre 2019
11:07
Matteo Salvini
Matteo Salvini

I primi sondaggi dopo il voto in Umbria scuotono i partiti anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali in Calabria ed Emilia Romagna.

Gli italiani bocciano l’alleanza giallorossa al governo che, dopo la sconfitta subita in Umbria, adesso vedono cadere ancora il proprio consenso, stando almeno a quanto emerge dal sondaggio Swg per il Tg di La7.


Il Pd di Nicola Zingaretti scende dello 0,5% e dunque passa dal 18 al 17,5, mentre l’alleato di governo, il Movimento 5 Stelle, è in caduta libera e in soli sette giorni perde ben 1,4 punti percentuali, passando dal 18,2% al 16,8%.

In buona sostanza la somma dei consensi degli azionisti di maggioranza del governo Conte non mettono insieme il 34,1% al quale si attesa la Lega di Matteo Salvini che, dopo lo scivolone del Papeete, continua a crescere nei consensi aumentando ancora dello 0,5%.

Stabili, più o meno, gli altri partiti con Fdi di Giorgia Meloni che si consolida come seconda forza della coalizione di centrodestra con l’8,9% e Fi stabile al 6,2%.

Italia Viva di Matteo Renzi aumenta dello 0,8% e si attesta ad un 6% senza ancora avere messo mano ad una organizzazione sui vari territori.

 

In buona sostanza, dunque, i sondaggi segnano un deciso aumento delle difficoltà per le intese Pd-M5S alle prossime elezioni regionali. Il timore dei leader, soprattutto di Luigi Di Maio, è quello di perdere le elezioni ugualmente come coalizione e, al contempo, continuare a dissipare i voti di partito. Musica, invece, per le orecchie di Mario Oliverio che dopo aver sciolto il nodo relativo alla data delle elezioni è pronto ad approfittare del momento di debolezza dei democrat, candidandosi in autonomia alla guida di liste civiche.

Il centrodestra, invece, gongola in attesa di proseguire nelle vittorie regionali che dovrebbero far saltare in tempi brevi, almeno nella strategia di Matteo Salvini, il Conte bis e portare gli italiani alle urne per le politiche. In Calabria rimane da sciogliere il nodo del candidato, ma i rapporti di forza parlano chiaro. Anche se si dovesse essere rispettato il vecchio accordo secondo il quale il candidato governatore calabrese spetta al partito di Silvio Berlusconi, è chiaro che Lega e Fdi non accetterebbero nessuna imposizione chiedendo un candidato di gradimento comune che non può essere nessuno dei fratelli Occhiuto.

La probabilità che alle regionali si presentino due centrosinistra e due centrodestra è sempre più elevata.

Riccardo Tripepi

Giornalista
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