Il Pd prova a cavalcare la manifestazione dei sindacati a Reggio Calabria. Città che ha regalato il primato al partito in occasione delle ultime consultazioni europee. Tutti i big, dunque, hanno cercato di rispondere presente: dal governatore Mario Oliverio fino al sindaco Giuseppe Falcomatà, passando per il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e il commissario del partito Stefano Graziano. Insieme a loro quasi al completo la pletora dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali, nonché tanti tra gli assessori. Tutti a caccia del selfie con il segretario nazionale Nicola Zingaretti per la prima volta in Calabria da quando è segretario nazionale.

 

Il governatore del Lazio, nonostante il grande successo ottenuto nella nostra Regione in occasione delle primarie dello scorso 3 marzo, ha fin qui evitato di “entrare” nelle dinamiche calabresi. In parte per le vicissitudini giudiziarie di Mario Oliverio e le immense difficoltà che sta incontrando il centrosinistra nel portare a termine la legislatura regionale, in parte per la lotta senza quartiere tra le correnti calabresi che hanno imposto il commissariamento e il congelamento del congresso regionale.

 

Anche le modalità scelte da Zingaretti per la visita la dicono lunga sulla “prudenza” che il segretario nazionale sta usando nei confronti della Calabria. La presenza è stata annunciata soltanto poche ore prima dal commissario Graziano con uno stringato comunicato. E il segretario si è presentato in zona palco al Duomo, scortato dallo stesso commissario regionale.

 

Con il governatore Mario Oliverio solo una rapida stretta di mano e nessuna risposta ai cronisti che hanno, ovviamente, chiesto lumi sulle future scelte del partito in vista delle prossime elezioni regionali. Al termine della manifestazione i due si sono nuovamente salutati al termine della manifestazione sempre in piazza. Zingaretti è poi andato via con il suo staff.

 

Il segretario nazionale, così come aveva spiegato anche il suo vice Andrea Orlando in occasione della sua partecipazione al vertice democrat di Lamezia Terme, non si sbilancia e vuole aspettare di avere tutti gli elementi chiari prima di assumere ogni decisione. Quello che è certo è che Graziano, seppur con un passato renziano, gode della sua piena fiducia e in questo momento rappresenta la longa manus romana per la Regione. È da escludere, dunque, che le pratiche per il congresso regionale possano avviarsi in tempi rapidi.

 

Per di più i numeri sono sfavorevoli al governatore sia all’interno del partito, dove tutte le anime vorrebbero un rinnovamento, e la sfida con il centrodestra in questo momento appare impari. Soprattutto se Fi, Lega e Fdi dovessero trovare una quadra intorno a un candidato unitario.

 

Fondamentali saranno le prossime settimane (non è escluso che il nome di Oliverio possa essere ufficialmente oggetto di un sondaggio del partito nazionale), durante le quali Oliverio e i suoi saranno chiamati all’approvazione del bilancio regionale con i numeri della maggioranza che non lasciano presagire nulla di buono. Trovare la sintesi non sarà una operazione semplice.

 

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