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Il Senato approva il disegno di legge Boschi che riforma il Senato stesso e il Titolo V con 179 voti a favore, 16 contrari, 7 astenuti. Il decreto passa, nonostante le opposizioni (M5S, Lega, Forza Italia e Sel), eccezione per i fittiani che hanno votato contro, non abbiano partecipato al voto.
Entro Natale, il testo passerà ora alla Camera e secondo le intese nella maggioranza, dovrebbe semplicemente confermarlo senza apportare alcuna modifica. A quel punto, come prevede l’articolo 138 della Carta per le modifiche costituzionali, il ddl Boschi sarà nuovamente sottoposto al Senato e alla Camera ad una seconda e definitiva approvazione.
La Riforma prevede un Senato composto da 95 “senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica”. Dei 95 senatori eletti, 21 sono scelti tra i sindaci, quindi in definitiva non eletti direttamente al Senato, e gli altri 74 nell’ambito dei Consigli Regionali, sulla base delle indicazioni degli elettori. Il tutto nell’attesa della nuova legge elettorale tanto agognata.
Il numero dei senatori di ciascuna regione sarà determinato dal peso demografico, con il limite minimo di due senatori per Regione. La Lombardia, con i suoi 14 senatori sarà la regione con il maggior numero. Alla Calabria ne toccherebbero solo 3.