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Dopo il flop della festa regionale, in casa Pd tornano a scricchiolare gli equilibri. Le assenze alla kermesse, tra tutte quella del governatore Mario Oliverio che neanche il ministro Boschi ha avuto la forza di portare a Reggio Calabria, sono state pesanti e anche le critiche a mezzo stampa, su tutte quelle del consigliere regionale Domenico Bevacqua, hanno innervosito, e non poco, il segretario Ernesto Magorno. Il quale ha dato mandato alla sua segreteria, nominata di recente, di tirare le orecchie ai dissidenti, invitandoli ad esporre le critiche nelle sedi opportune. Anche perché il segretario non vorrebbe sbavature alla vigilia di un appuntamento importante come quello del referendum costituzionale e degli stati generali del partito calabrese che la stessa segreteria ha annunciato per il mese di ottobre.
Rimane il fatto che nessun gruppo del centrosinistra, comprese liste satelliti come i Democratici e Progressisti, si è fatto vedere alla festa dell’Unità, mentre nel giorno della missione calabrese della Boschi ha marcato visita tutta la componente ex bersaniana del partito. Anche qualcuno tra i relatori ha dato forfait all’ultimo istante.
E’ il caso, ad esempio, di Enzo Ciconte, ex vicepresidente della giunta regionale che ha evitato di stare sullo stesso palco con l’assessore Barbalace per discutere di sviluppo economico. Un ulteriore segnale di scollamento tra la giunta dei tecnici e i consiglieri regionali che aspettano di poter recuperare il proprio ruolo. Magari attraverso un rimpasto, al quale il governatore pensa da qualche tempo, e magari con l’aggiunta di qualche assessorato strategico come quello all’Agricoltura o quello al Tursimo che il presidente della giunta continua a tenere per sé.
Un accentramento di poteri che comincia a indispettire molti e che difficilmente verrà sopportato ancora a lungo. Anche e soprattutto a Reggio dove il Pd, al contrario che sugli altri territori, pare in grande ascesa come dimostrato delle ultime elezioni per il Consiglio metropolitano. Ulteriore elemento di divisione territoriale interno al partito con la Città Metropolitana che si sente al margine del progetto oliveriano ormai sfacciatamente a trazione cosentina. Tanto che hanno ripreso a rincorrersi nuovamente voci in ordine ad un possibile trasferimento dello stesso Consiglio regionale, ormai ridotto a passacarte di Oliverio e dei suoi tecnici.
Riccardo Tripepi