È la cifra che la Cittadella sborserà per pagare le “tasse” relative agli immobili presi in fitto. La denuncia del sindacato Csa-Cisal sull’archivio di via Molè (ASCOLTA L'AUDIO)
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Gli affitti pazzi della Regione Calabria diventano un caso. Oltre ai 500mila euro all’anno pagati per gli immobili privati trasformati in uffici della Giunta e allo scandalo denunciato dal sindacato Csa-Cisal sull’archivio fatiscente di via Molè a Catanzaro, emergono altri particolari in merito alle spese extra a carico delle casse pubbliche.
Le spese di condominio
Lo scorso dicembre, il settore Economato ha approvato un altro impegno di spesa di 120mila euro per il pagamento delle tasse condominiali relative ai locali e ai fabbricati «adibiti a uffici della Giunta della Regione Calabria».
Un esborso, finanziato «con risorse regionali», che va a sommarsi al mezzo milione di euro già stanziato per saldare i fitti delle diverse sedi periferiche della Cittadella.
La Regione continua quindi a pagare tanti soggetti privati malgrado disponga della mega struttura di Catanzaro, costata più di 160 milioni di euro, e di Palazzo Campanella a Reggio, sede del Consiglio calabrese.
Costi abbattuti, ma…
Eppure proprio la Cittadella, inaugurata nel gennaio 2016 alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, era stata concepita, oltre che per dare finalmente una sede unica alla Giunta e ai suoi uffici burocratici, anche per mettere fine alle speculazioni connesse all’affitto di immobili privati, il cui costo era arrivato a toccare i sette milioni di euro all’anno.
L’apertura della reggia di Germaneto (il Corriere della sera la paragonò a quella di Versailles) ha avuto l’effetto di abbattere in modo sensibile le spese, ma non di eliminarle del tutto. Nonostante i grandi spazi a disposizione (190mila metri quadri complessivi, di cui 66mila destinati ai parcheggi e 44mila ad aree verdi), la Regione continua a pagare poco più di mezzo milione all’anno per i fitti delle sue sedi regionali distaccate, tra cui quelle di rappresentanza a Roma e Bruxelles.
L’archivio di via Molè
A destare più di una perplessità, nell’epoca del digitale, è soprattutto la sede di via Molè, utilizzata ancora oggi come archivio e deposito di vecchi materiali. Il costo dell’operazione è stato appena reso noto dal sindacato Csa-Cisal: 146mila euro all’anno per l’affitto di quella che, ufficialmente, dovrebbe essere «un’autorimessa». Una vicenda nota già dal 2019. Solo che ora – a parte il degrado «aumentato» e il cambio del beneficiario del canone di locazione – il materiale cartaceo accatastato è «sensibilmente diminuito». A cosa serve allora – chiede Csa-Cisal – «continuare a pagare un fitto passivo per un immobile in cui faldoni e altro materiale regionale sono tenuti in condizioni così precarie e soprattutto occupando un davvero esiguo spazio rispetto alle dimensioni dell’autorimessa?».
Quasi 900mila euro
Non è una questione di poco conto, considerato che – secondo i calcoli del sindacato – dal 2016 a oggi la Regione ha speso quasi 900mila euro per l’affitto di un deposito di «dubbia utilità». Csa-Cisal fa quindi appello al governatore Roberto Occhiuto: «Siamo certi che, avendo già adottato azioni anti-spreco di soldi dei calabresi, non sia a conoscenza di questo fitto passivo e che non possa che concordare con il sindacato sulla necessità di intervenire al più presto». In via Molè e non solo.