Il presidente del Consiglio comunale uscente ha preso posizione sull’arbitraggio di domenica scorsa nella semifinale playoff persa dalle Aquile in terra veneta: «Il mondo del calcio non può sottrarsi alle regole di giustizia e legalità»
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Non si è ancora spenta l’eco dell’indignazione popolare per le modalità in cui è maturata la sconfitta di domenica scorsa del Catanzaro in quel di Padova, a detta di quasi tutti determinata dalle controverse ed errate decisioni arbitrali, per giunta non corrette dal cosiddetto “on field review” della Var.
Strumento, quello della “revisione sul campo”, messo a diposizione da Federcalcio e Lega di riferimento per la prima volta nella storia in terza divisione che non è però servito a correggere i gravi sbagli asseritamente commessi dal direttore di gara Daniele Rutella tesserato della sezione Aia di Enna (peraltro inviso ai tifosi giallorossi per le precedenti direzioni negli ultimi anni dei match clou di regular season disputati dalle Aquile con Avellino prima e Bari poi), che in particolare nella stagione sportiva 2021/2022 avrebbero appunto ingiustamente estromesso la Vivarini-band anche dal penultimo atto degli spareggi per accedere alla B proprio a un passo dalla finalissima contro il Palermo. Una battuta d’arresto, lo stop in terra veneta, che è infatti fatalmente coincisa con l’eliminazione delle Aquile dai playoff di serie C, sinonimo della brusca interruzione del sogno promozione. Un boccone duro da mandar giù.
È il motivo per il quale, proprio stamani, ha preso posizione anche il presidente del consiglio comunale ancora in carica fino alle Amministrative del prossimo 12 giugno, Marco Polimeni, che in un comunicato stampa ha scritto: «Nella mia veste, ritengo doveroso difendere l’immagine del capoluogo dal danno subito in una partita decisiva: un’ingiustizia che suona come offesa per un’intera città. Un vero e proprio “furto legalizzato” che non può passare, ancora una volta, sotto silenzio. E che impone la ferma reazione delle istituzioni a tutela della comunità locale. Perché non si tratta di un fatto semplicemente sportivo, né c’entrano nell’occasione il campanile o il tifo. È una questione di correttezza nei confronti di decine di migliaia di catanzaresi. Le immagini televisive hanno mostrato in diretta a tutta Italia come due errori madornali, “sbugiardati” pure dalla Var, abbiano spento entusiasmi e, soprattutto, legittime aspettative di successo. È una città intera dunque – ha rincarato la dose il presidente – a essere stata mortificata e danneggiata. Ed è il motivo per cui solleciterò, sin da subito, un’azione risarcitoria a carico del responsabile affinché si capisca che anche il “mondo del calcio” non può sottrarsi alle regole di giustizia e legalità».