«Il ministro Grillo è in piena contraddizione nel rispetto della tendenza del M5S». In una nota, il senatore forzista capogruppo in Commissione Igiene e Sanità, Marco Siclari richiama il ministro Grillo alle proprie responsabilità: «Dal 5 giugno a oggi – spiega - non ho fatto altro che portare dati e chiedere al Governo di intervenire per mettere fine al commissariamento della salute in Calabria per risolvere il problema l’ingiustizia sociale che sono costretti a vivere i calabresi. Da sette mesi – aggiunge l’esponente forzista - mi batto per chiedere che venga rispettato il sacrosanto diritto alla salute mettendo in evidenza lacune pericolose nel sistema sanitario in Calabria e ponendo l’accento sul fallimento del commissariamento. Nonostante tutto dal ministro Grillo abbiamo ottenuto il nulla se non vederla sghignazzare di fronte alle mie richieste».

 

Ma se da un lato oggi «il ministro ammette lo stato di emergenza dall’altro chiede al governatore Oliverio, che è complice dell’emergenza sanitaria in quanto ha lasciato il dipartimento regionale per la Salute senza una guida per 2 anni, di scegliere i direttori sanitari in modo congiunto con il commissario da lei nominato. Il vero problema, riconosciuto anche da Grillo, non sono i direttori, ma è proprio lo strumento commissariale».

 

La Calabria rimane fanalino di coda per quanto concerne i livelli essenziali di assistenza: «Il ministro – precisa Siclari - sa che non può fare investimenti per l’assistenza sanitaria calabrese perché lo impedisce il commissariamento e preferisce, però, in piena contraddizione, trovare le risorse per pagare le altre regioni dove i calabresi si curano, come il Lazio, l’Emilia Romagna ecc, per un importo pari a 349 milioni l’anno (record nazionale). Essendo la sanità commissariata, il Governo, non investe nè nel potenziamento della rete ospedaliera, né nel tourn over sanitario con nuovi concorsi, né in nuove strutture private da accreditate, né aprono nuovi ospedali (come promesso dopo che hanno fatto chiudere decine di ospedali)». «È chiaro che la soluzione non è la nomina dei direttori che non potranno cambiare le sorti dei malati calabresi, e che sono costretti dalla gestione commissariale a fare soltanto l’ordinario cioè mantenere una gestione assistenziale fallimentare così come accaduto in questi 12 anni, con gravi danni economici e di salute ai cittadini e all’assistenza sanitaria calabrese» ha concluso il senatore azzurro.

 

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