Sanità, il presidente Oliverio tira dritto e nomina i nuovi commissari: ecco chi sono

La giunta regionale ha scelto i responsabili delle aziende sanitarie calabresi, ignorando le disposizioni del Governo. I deputati M5s: «Atto di prepotenza sconfinata». Completamente ignorato l'appello del ministro Giulia Grillo, che oggi aveva tuonato contro il governatore

14 gennaio 2019
18:58
Il presidente Oliverio
Il presidente Oliverio

Alla fine il presidente Mario Oliverio ha deciso di tirare dritto, ignorando il ministro della Sanità Giulia Grillo che lo aveva invitato – con toni perentori, a dire il vero – a non nominare i vertici commissariali di ospedali e Aziende sanitarie. I nuovi commissari sono: Azienda sanitaria provinciale Vibo Valentia Angela Caligiuri, Azienda sanitaria provinciale Catanzaro Giuseppe Fico, Azienda sanitaria provinciale Crotone Antonello Graziano, Azienda sanitaria provinciale Cosenza Raffaele Mauro, Azienda ospedaliera Mater Domini Caterina De Filippo, Azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza Achille Gentile, Azienda ospedaliera Reggio Calabria Vittorio Prejanò.

Sempre in tema Sanità è stata approvata inoltre la delibera per l'avviso di selezione dei direttori sanitari e amministrativi delle Aziende sanitarie e ospedaliere. Approvata anche la delibera per la proposizione del ricorso al Tar avverso la nomina del sub commissario Thomas Schael per incompatibilità derivante da lite pendente nei confronti della Regione.


 

Durissima, come era prevedibile, la reazione dei 5stelle. «È atto di prepotenza ed arroganza sconfinate la nomina, da parte della giunta Oliverio, dei commissari di 7 aziende del Servizio sanitario calabrese, in quanto avvenuta senza alcun confronto di leale cooperazione istituzionale con i commissari del governo italiano, appena insediati».
Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Francesco Sapia e Dalila Nesci, della commissione Sanità, che aggiungono: «Il governatore della Calabria e i “suoi” assessori hanno ignorato l’invito alla ragionevolezza rivolto loro dal ministro Giulia Grillo. Un invito in favore dei calabresi che subiscono disservizi e carenze molto gravi per colpa di un sistema politico-affaristico che privilegia interessi elettorali ed economici di comitati di potere, così aumentando l’emigrazione sanitaria e mortificando i tanti medici, infermieri e altri operatori che lavorano in trincea per garantire buone cure e adeguata assistenza».
«La conferma – continuano i parlamentari 5stelle – di Raffaele Mauro alla guida dell’Asp di Cosenza è la riprova che gli accordi elettorali di Oliverio con la coppia Adamo-Bruno Bossio contano più dei fatti e dell’interesse pubblico. Il manager, già messo a capo dell’Asp di Cosenza contro cui aveva vinto una causa per depressione da servizio, non ha raggiunto – ricordano i 5stelle – l’equilibrio di bilancio, ha proceduto a reclutamenti di personale in violazione delle norme e ha tentato di designare 14 primari senza l’autorizzazione commissariale. Se non bastasse, da ultimo Mauro ha conferito, a pochi giorni dalla scadenza del mandato, un incarico dirigenziale alla moglie del politico Franco Pacenza, episodio su cui stiamo svolgendo i dovuti controlli».

 

«Angela Caligiuri, che come Mauro – proseguono i 5stelle – ha prodotto disavanzi di bilancio, è stata invece riconfermata all’Asp di Vibo Valentia, nonostante gli anomali concorsi dei mesi scorsi, su cui vi sono specifiche indagini. Collocata al timone dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro, Caterina De Filippo è come Giuseppe Fico, piazzato all’Asp di Catanzaro, responsabile di disavanzi di bilancio: la prima al policlinico universitario, il secondo all’Asp di Crotone». «Le nomine in questione – concludono Sapia e Nesci – sono inaccettabili sia per il metodo che per il merito. Per questo abbiamo già chiesto al ministro della Salute di valutare la sostituzione, per il tramite dei commissari Cotticelli e Schael, di questi manager con soggetti attuatori, oppure l’esplicita attribuzione, ai delegati del governo, del potere di nomina dei vertici delle aziende del Servizio sanitario regionale».

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