VIDEO | Davide Zecchinella è anche un pediatra. Oggi a Prima della notizia ha usato parole durissime verso il presidente ff Nino Spirlì: «Uno che sbeffeggia Gino Strada e per mero calcolo politico si scaglia contro il Governo»
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«La fantasia ha superato di gran lunga la realtà, i latini parlavano di “panem et circenses” per calmare la popolazione, ma qui il divertimento ha assunto i connotati della farsa. Quando c’è in gioco la salute delle persone, un po’ di serietà sia a livello nazionale che periferico non guasterebbe». Così il sindaco di Sellia, Davide Zicchinella, ospite della puntata odierna della trasmissione Prima della notizia condotta da Pasquale Motta.
Zicchinella, oltre a essere un amministratore, è anche un pediatra. In videoconferenza ha commentato l’ormai ben nota condizione della sanità calabrese con chiari riferimenti alla gestione politica contingente.
«Nessuno può ritenersi esente da colpe negli ultimi vent’anni – prosegue il sindaco - la Calabria è stata depredata, la sanità è stata terreno di conquista nazionale, è prevalsa non la meritocrazia ma il comparaggio e la vicinanza politica».
Il pediatra sostiene con forza che «forse l’unico atto che il governo ha azzeccato negli ultimi dieci giorni è stato quello di inserire la Calabria nella zona rossa». «Dobbiamo dirlo al nostro presidente facente funzioni che, la scorsa settimana, si è recato in fretta e furia al Consiglio regionale per contestare il provvedimento del governo. Noi siamo zona rossa da più di dieci anni perché non riusciamo a garantire i servizi essenziali».
«I problemi della sanità calabrese emergono nel 2001 quando nascono i livelli essenziali di assistenza (Lea), a seguito di un Dpcm. I Lea rappresentano i tre pilastri della sanità non solo calabrese ma anche nazionale: prevenzione, medicina territoriale e medicina ospedaliera; brevemente sono i servizi essenziali che devono essere offerti – fa alcuni esempi -. Nei Lea, riformati nel 2017, si parla delle prestazioni che devono essere offerti ai cittadini, un grande tema è quello della tecnologia a servizio della sanità. La Calabria è la cenerentola anche in questo, se non dotiamo le nostre strutture di nuovi strumenti è normale che l’emigrazione dei medici aumenterà. Non ci hanno dotato di quelle tecnologie che ci avrebbero permesso di essere autonomi rispetto alle altre regioni».
«Nel mese di ottobre viene convocato il tavolo Adduce (il comitato interministeriale che controlla i conti della sanità calabrese, ndr) – prosegue il sindaco -. Leggendo i verbali della seduta salta fuori la mancanza di comunicazione tra il dipartimento sanitario e la struttura commissariale. In poche parole la Regione Calabria non fornisce al dipartimento gli elementi che servono a garantire gli ormai noti Lea, e di conseguenza non vengono forniti al ministero. Letteralmente viene usato il termine “totale indifferenza” tra le due istituzioni».
«Oggi abbiamo dei ritardi enormi dovuti a vari fattori. Quando si parla di uno scarso livello delle prestazioni sanitaria, si parla dello scarso livello della medicina territoriale, si parla di uno scarso livello della medicina preventiva. Siamo arrivati al punto di dover chiedere alle altre regioni di processare i tamponi. Stiamo parlando di tamponi fatti almeno quindici giorni fa, quindi, razionalizzando, il picco dei contagi deve ancora arrivare. Se non riusciamo non solo a fare tamponi ma ad avere rapidamente i risultati vuol dire che noi non potevamo essere zona rossa».
Il sindaco di Sellia conclude sul presidente f.f. Nino Spirlì: «Parliamo di uno che sbeffeggia Gino Strada! Il fondatore di Emergency potrebbe essere uno dei protagonisti della rinascita della sanità calabrese, accompagnato da dei manager che conoscono la medicina territoriale, ospedaliera e preventiva. Strada potrebbe essere il coordinatore di questo gruppo. Smettiamo di fare demagogia, Spirlì fa parte di un partito che spingeva i fondi destinati alla Calabria verso le quote latte. Quindi di cosa parliamo! Di un incosciente che per mero calcolo politico si scaglia contro il governo e dimentica che le persone che loro hanno messo a dirigere il dipartimento sanitario non hanno assunto i compiti di collaborazione con la struttura commissariale».