Il consigliere regionale: «Al tavolo Adduce è in atto il solito gioco delle tre carte. Renda pubblici i dati regionali sulle mancate prestazioni causa Covid. Il deficit potrebbe essere cresciuto»
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Dopo la riunione del tavolo di verifica interministeriale che vigila sui conti della sanità (tavolo Adduce) e la relativa comunicazione ufficiale dell’ufficio del commissario Guido Longo. Oggi è la giornata delle prime reazioni. Ricapitoliamo. Cinque ore di confronto al tavolo romano con il prefetto Longo, ci consegnano una verità indiscutibile: la politica del prefetto, da 7 mesi è alla guida della sanità calabrese, non porterà nessun beneficio ai conti della sanità regionale. Unica cosa certa è che, ancora una volta, la Calabria non avrà nessuna premialità. Longo fa sapere che l'andamento economico nel 2020 si chiude con un avanzo di gestione pari a 20 milioni di euro e ciò, evidenzia, un’inversione di tendenza, comunque non sufficiente a colmare il gap degli esercizi finanziari del 2018 e del 2019 e il relativo deficit che si portano dietro.
Il 2020, dunque, i conti sanitari calabresi si chiudono con un rosso di 91 milioni di euro ma- secondo il commissario- con una sostanziosa inversione di tendenza. Tuttavia, per ora, nessuna premialità aggiuntiva, nessun sollievo sulle aliquote fiscali. Il consigliere regionale Carlo Guccione è netto: «Data così l’informazione sui conti, evidenzia che qualcuno sta barando». Secondo Guccione, infatti, non esiste nessuna inversione di tendenza. Il consigliere regionale sostiene che, al «tavolo Adduce, è in atto il solito gioco delle tre carte» e invita il commissario Longo a rendere pubblici i dati regionali sulle mancate prestazioni causa Covid. Secondo l’esponente politico, ci troviamo di fronte a numeri impressionanti. Guccione, a riprova delle sue tesi, ci mostra i dati dell’Asp di Cosenza, come elemento di raffronto. Secondo tali dati, solo nella provincia di Cosenza, tra il 2019 e il 2020, si sono registrati 6000 ricoveri in meno, 3000 interventi chirurgici non effettuati, 300mila interventi di pronto soccorso e, oltre un milione di interventi in meno, tra diagnostica, analisi e specialistica
A tutto ciò, si aggiungano tutte le mancate prestazioni nella sanità privata. Se questi dati vengono proiettati sul piano regionale, approssimativamente, possiamo ragionevolmente ipotizzare che, il risparmio della sanità regionale, potrebbe aggirarsi, per difetto, tra i 40 e i 50 milioni di euro. «Numeri inconfutabili, -secondo Carlo Guccione-, ma un tale risparmio economico non è il frutto di una politica virtuosa, -ha proseguito il consigliere regionale- ma la conseguenza dell’emergenza Covid che ha cancellato le prestazioni già pianificate e prenotate sia nella sanità pubblica che privata, tutto ciò, se da un lato ha determinato un risparmio di tipo economico, dall’altro lato, invece, ha rappresentato un costo altissimo di vite umane».
«Tutto questo non può essere fatto passare come il frutto della buona gestione commissariale – ha concluso il politico democrat - è evidente che non siamo di fronte ad una inversione di tendenza, tutt’altro, siamo di fronte alla impossibilità di erogare prestazioni sanitarie che, ad occhio e croce, possono essere quantizzate all’incirca intorno a 4 o 5 milioni. Il commissario, dunque, faccia chiarezza pubblicando i dati delle mancate prestazioni, con accanto la somma totale del relativo costo economico, piuttosto che perpetuare il gioco delle tre carte sui numeri al tavolo Adduce, se il trend che è stato delineato sarà confermato sul piano regionale, è evidente che ci troveremmo di fronte ad un deficit sanitario aumentato, con buona pace dell’inversione di tendenza decantata dal commissario ad acta della sanità calabrese».