«Non ci sono risposte apprezzabili a un mese dalla tragica morte di Serafino Congi, che avrebbe potuto essere evitata se la sanità calabrese non fosse stata a terra. San Giovanni in Fiore e le altre aree montane della Calabria continuano a essere abbandonate dalla Regione e dal governo. L’emergenza-urgenza resta al collasso e i numeri di San Giovanni in Fiore parlano chiaro: nel 118 ci sono solo due medici su una pianta organica di 12, con uno di loro vicino alla pensione. Quando anche quest’ultimo andrà via, che cosa accadrà? Ci diranno che non ci sono soluzioni, che bisognerà aspettare nuovi bandi». È quanto afferma in una nota la deputata del Movimento cinque stelle, Vittoria Baldino, già in visita all’ospedale di San Giovanni in Fiore nelle settimane scorse. 

«Gli anestesisti oggi disponibili – prosegue – sono pagati a prestazione, una soluzione tampone che regge finché ci sono soldi, ma che rischia di crollare da un momento all’altro. Il cardiologo? Una cittadina di 16000 abitanti è senza cardiologo all’ospedale e da più di un mese nemmeno all’ambulatorio. Qualcuno l’ha promesso, ma a San Giovanni in Fiore non arriva nessuno. Intanto l’elisoccorso notturno non c’è. È grave che si lasci un intero territorio privo di un servizio essenziale».

«Qual è la risposta delle istituzioni al grande bisogno di sanità? – chiede Vittoria Baldino –. Un bando di concorso per il primario di Medicina, in modo da accontentare una comunità sconvolta e dire di risollevare i servizi sanitari locali. È troppo poco, l’ospedale di San Giovanni in Fiore va riempito di reparti e personale. Nelle zone di montagna i pazienti vanno curati sul posto, perché trasferirli non è sempre possibile. Per questo bisogna cambiare la normativa e servono risorse in più, come abbiamo già detto al governo. La tragica morte di Serafino Congi potrebbe rappresentare per Regione e governo un cambio di passo sulla sanità nella montagna calabrese. Invece ancora nulla. Siamo solo davanti all’ennesima dimostrazione che per il governo regionale e nazionale la sanità è un problema da ignorare. E, mentre gli specialisti rimasti sono sempre meno, a crescere è la sanità privata. Quello che resta della tragica morte di Congi è che in Calabria, e nelle aree montane soprattutto – conclude la deputata – la sanità più che essere un diritto è un lusso per pochi».