Dalla designazione saltata del fratello Mario per il niet della Lega all’investitura ufficiale di Berlusconi, passando per le tensioni con Fdi fino all’unità della coalizione ostentata in campagna elettorale
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“La Calabria che l’Italia non si aspetta”. È il sogno di Roberto Occhiuto, ed è anche lo slogan che lo ha accompagnato in questa campagna elettorale. Che, per certi versi, è stata tutta in discesa per lui, che eredita il pathos che inevitabilmente avvolge la legislatura che ha visto per la prima volta una donna alla guida della Regione Calabria, ma che è finita troppo presto, per la prematura morte di Jole Santelli.
La deputata forzista aveva stravinto le elezioni di gennaio 2020 contro Pippo Callipo, e a Roberto Occhiuto toccherà bissare il successo di quel centrodestra.
Roberto Occhiuto, a febbraio i primi passi della candidatura
La sua candidatura ha seguito un percorso preciso, prima con l’indicazione arrivata a febbraio scorso, e poi con l’ufficialità e la benedizione di Silvio Berlusconi il 16 giugno. Una ufficialità che ha dovuto condividere con l’indicazione di Nino Spirlì quale suo vice, in caso di vittoria. Nasce così il ticket Occhiuto – Spirlì, con lo zampino di Matteo Salvini. Lo stesso che a dicembre del 2019 fece saltare la candidatura alla Presidenza della Regione del fratello Mario, sindaco uscente di Cosenza.
E non si può dire che tra febbraio e giugno non siano mancati i momenti di tensione attorno alla sua designazione con alcuni tentativi di rimettere in gioco nomi e persone diverse per il ruolo di candidato presidente.
Dopo l’ufficialità però la coalizione di centrodestra, come spesso accade nei momenti elettorali, si è stretta attorno a lui, mostrando i muscoli agli avversari.
Roberto Occhiuto, la rinuncia al ruolo di capogruppo alla Camera di Fi
Giornalista pubblicista, laureato in Scienze economiche e sociali all’Università della Calabria è anche dirigente di un’azienda privata. Per candidarsi in Calabria ha deciso di lasciare il percorso parlamentare che lo ha portato a rivestire prima il ruolo di vice presidente vicario del gruppo di Forza Italia, per poi essere promosso a capogruppo facente funzioni il 15 febbraio 2021 dopo la nomina a Ministro di Mariastella Gelmini, diventandolo a tutti gli effetti il successivo 9 marzo.
Roberto Occhiuto, la crisi con Fratelli d'Italia
La sua candidatura ha superato anche la crisi di rapporti con Fratelli d’Italia che a metà luglio ha minacciato, per ritorsione, di far saltare gli accordi nel centrodestra a causa di una questione nata sulla composizione del CdA della Rai, dal quale è rimasto escluso proprio il rappresentante di Fratelli d’Italia, per via del fuoco amico, proveniente dagli alleati. Wanda Ferro minacciò anche di candidarsi in solitaria senza però impensierire più di tanto gli alleati. La crisi si risolverà nella prima decade di agosto, quando con una foto sui propri social Roberto si fece immortalare proprio con Wanda.
Roberto Occhiuto e il ticket con Nino Spirlì
Ma la solidità del centrodestra è stata messa a dura prova anche nel momento in cui è stata messa in dubbio la validità del ticket Occhiuto-Spirlì, ovviamente in relazione alla posizione del presidente facente funzioni leghista che con il minimo sforzo – senza cioè candidarsi e sottoporsi al giudizio dell’elettorato – ha ottenuto il massimo del risultato. La questione Spirlì diventa argomento della cronaca politica e da quando Antonello Talerico ha affermato nel corso della trasmissione Perfidia che la posizione di Spirlì non era scontata ma legata al risultato elettorale, al coro si sono uniti in tanti. Compresa Giorgia Meloni che dal palco di Catanzaro ha fatto sapere che «queste cose si decidano all'indomani del voto». Gelo e dubbi reiterati anche da Maurizio Lupi in Calabria per lanciare le quotazioni di Noi con l’Italia. La questione non ha un epilogo, e rimane tuttora aperta nonostante le diplomatiche dichiarazioni del candidato presidente. E la sensazione è che anche Matteo Salvini ne sia cosciente.
Ma più delle polemiche possono i numeri, che ricompattano prontamente la coalizione visto che tre su quattro sondaggi, di quelli circolati in campagna elettorale, danno Roberto Occhiuto vincente con uno scarto che si attesterebbe tra i sedici e i venti punti percentuali.
Elemento caratterizzante della candidatura Occhiuto è stata anche la volontà, dopo aver contribuito all’iter che ha portato al cambiamento del Regolamento della Commissione Antimafia, di sottoporre all’organismo parlamentare presieduto da Nicola Morra, le pre-liste della propria coalizione. Da quel controllo sono usciti due impresentabili. Ma sulla vera efficacia dei controlli è ancora polemica.
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