L’assoluzione di Giuseppe Falcomatà dal processo “Miramare” apre scenari politici che vanno oltre la città di Reggio Calabria. Due anni sono tempo lunghissimo in politica e Falcomatà non troverà di certo gli equilibri politici che ha lasciato dentro e fuori il consiglio comunale.

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C’è grande attesa quindi di capire le mosse che farà il sindaco rispetto alla composizione della giunta sia a Reggio sia alla Metrocity. L’aspetto più interessante riguarda proprio Azione che in questi due anni di assenza ha avuto un ruolo di primo piano. Il sindaco f. f. della Metrocity è stato finora Carmelo Versace, elemento di spicco del partito di Calenda. Secondo i rumors Versace continuerà ad avere un ruolo importante nella futura squadra di Falcomatà e questo apre un problema di identità politica per gli uomini di Calenda.

Finita l’alleanza con Italia Viva il ruolo di Azione sembrava essere quello di un contributo di realismo allo schieramento di centrosinistra, mentre Renzi sembra destinato al rafforzamento dell’area moderata dello schieramento opposto. Ma siccome in Calabria a volte tutto viene ribaltato ecco che Azione a Reggio Calabria fa parte della giunta Falcomatà, mentre alla Regione sostiene il centrodestra di Occhiuto.

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È vero che formalmente a Palazzo Campanella non si è costituito il gruppo consiliare, ma Giuseppe Graziano che gira per il territorio con i simboli del partito di Calenda, non ha mai fatto mistero del suo sostegno al centrodestra. Anzi, proprio in queste ore lo stesso consigliere regionale ha dato il suo endorsement alla possibile candidatura del senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, a sindaco della città di Corigliano Rossano. Una dichiarazione che spinge ancora più a destra il partito. Non sappiamo quale sia invece l’orientamento della base. Quel che è certo è che Azione non può portare avanti la politica dei due forni. La vecchia alleanza con Renzi ha dimostrato che nell’attuale sistema italiano non sembra esserci spazio per un polo intermedio tra il centrodestra e l’alleanza Pd e Movimento 5 stelle.

I fatti hanno dimostrato che quella alleanza era una proposta basata su una logica di schieramento, che non ha trovato riscontri nel consenso elettorale. Azione quindi, magari dopo le scelte di Falcomatà, dovrà decidere cosa fare da grande. Lo chiede il nostro sistema politico e soprattutto lo chiedono le contingenze in cui si trova attualmente la Calabria che impongono scelte nette da parte di tutti.