«Scarsa dotazione di personale impiegato», una atavica lentezza a chiudere le pratiche e «scarsa capacità di recepire le azioni correttive». La Regione individua nei Comuni l’anello debole nella rincorsa ai miliardi destinati dal Pnrr alla Calabria. La sintesi del documento elaborato del dipartimento Economia e Finanze della Cittadella regionale è chiara: gli enti locali devono accelerare per non perdere il treno dei finanziamenti. Lo dicono i numeri del monitoraggio concluso a fine 2023, documento che racconta i risultati del Progetto “1.000 Esperti”, pensato dal governo per accelerare le pratiche e non disperdere risorse. 

Il report della Regione parte dalla situazione delle pratiche sospese e ne analizza l’evoluzione fino alla fine dello scorso anno: lo screening mostra «una rilevante preponderanza di arretrati relativi alle istanze di Autorizzazione unica ambientale (Aua)». Si tratta di un provvedimento pensato in realtà per accelerare le pratiche e dare il via libera alle attività produttive che potrebbero avere impatto negativo sull’ambiente. È qui che il carro rischia di impuntarsi: a inizio 2023 le pratiche inevase erano 1.636

È il cuore del problema che rischia di frenare le pratiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Calabria: 10,3 miliardi di investimenti per oltre 12mila progetti che dovranno vedere la luce entro il 2026, termine fissato dall’Unione europea. Quelli chiusi – l’ultimo aggiornamento risale al 19 dicembre scorso – sono 790. Una differenza che può (e forse deve) spaventare, viste le storiche difficoltà di spesa per gli enti locali della regione. Anche per questo il dipartimento della Funzione pubblica ha creato un pool di 1.000 professionisti ed esperti che supportano le amministrazioni locali nella semplificazione delle procedure complesse. Una task force formata in Calabria da soli 41 tecnici chiamati a mappare le procedure (per 410 amministrazioni), individuare gli inciampi e aiutare le amministrazioni locali – spesso sguarnite per organico e professionalità – ad accelerare le pratiche. Superare i “colli di bottiglia” e agganciare il treno europeo: questa è la sfida.

Leggi anche

Per ogni cento pratiche evase dagli esperti i Comuni ne chiudono poco più di due

La giunta regionale ha approvato di recente la modifica del Piano territoriale di gestione. Un atto che include anche informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti. È un termometro che misura lo stato di salute dell’attuazione del Pnrr. Per sintetizzare: non va benissimo. Il lavoro degli esperti porta buoni frutti; il loro intervento potrebbe produrre un recupero degli arretrati ma i Comuni non riescono a tenere il passo. Si viaggia a due velocità. La proporzione è questa: per ogni 100 pratiche “risolte” dai tecnici scelti a Roma, le amministrazioni locali ne chiudono poco più di due. Anche per questo nel 2023 il numero degli arretrati è addirittura aumentato. Il trend è stato invertito soltanto nell’ultima parte dell’anno e la strada è ancora molto lunga.  

C’è molto da fare per riallineare il trend delle Aua e i dati hanno convinto la Regione a concentrarsi per recuperare lo scostamento pianificando una serie di interventi pilota tra fine febbraio e marzo 2023 su un campione rappresentativo di Comuni, seguiti da una seconda operazione più estesa che è ancora in corso.

I risultati dell’intervento sono considerati «più che soddisfacenti» ma «sono contrastati da un incremento generale degli arretrati Aua sull’intero territorio, a ogni semestre, tale non poter essere bilanciato dal pur incisivo apporto degli esperti assegnati al progetto». Qualche numero: nonostante l’impegno, gli arretrati per le Autorizzazioni uniche ambientali sono passati da 1.636 a 2.098. Un aumento inatteso: la previsione, pure non eccessivamente ottimistica, era quella di una riduzione pari al 5%.

Leggi anche

Pnrr, l’accusa della Regione ai Comuni: poche professionalità capaci

Gli esperti lavorano bene ma gli arretrati aumentano, un paradosso che gli uffici della Cittadella regionale addebitano ai Comuni e motivano con la «scarsa dotazione di personale impiegato» e con la «prassi consolidata di chiudere le pratiche “soltanto” in presenza di provvedimenti espressi». La sintesi contenuta nel documento non è ottimistica: «Tendenzialmente nel quarto semestre analizzato il numero degli arretrati Aua continuerà ad aumentare, nonostante gli sforzi e le operazioni tuttora in corso, ciò è dovuto alla scarsa capacità delle risorse umane di recepire le azioni correttive». Insomma, negli uffici tecnici non si fa molto per semplificare la chiusura delle procedure.

L’approfondimento della burocrazia regionale evidenzia le difficoltà degli enti locali. Nel periodo febbraio-novembre 2023, le pratiche Aua evase grazie al supporto degli esperti sono 923 su un totale di 945 chiuse da tutti i Comuni della Calabria (gli enti locali, dunque, ne hanno definite soltanto 22). Le amministrazioni locali sono in crisi: il loro apporto, in quei sette mesi, è pari a poco più del 2% del lavoro svolto dagli esperti arrivati in Calabria per “salvare” il Pnrr. Il trend parziale dice che potrebbero anche riuscirci. L’andamento degli arretrati tra il primo e il secondo semestre 2023 appare in calo. Senza l’intervento degli esperti la tendenza all’aumento sarebbe stata lineare: un’esplosione di arretrati senza speranza di recupero.

Leggi anche

Restiamo alle speranze: uno dei passaggi chiave nel documento della Regione è la messa a terra di un’attività di digitalizzazione di procedure complesse che, «una volta a regime, potrebbe generare una riduzione dei relativi tempi procedimentali pari ad almeno il 10% del target previsto». Troppo presto per effettuare una stima credibile: la Cittadella prevede un aggiornamento sull’efficacia delle procedure per il 30 giugno 2024.

Bisogna correre e i buoni propositi non mancano: la prima prescrizione è di «intensificare e razionalizzare le azioni presso i Comuni per la chiusura delle pratiche arretrate inerenti le procedure ambientali ed energetiche», con «specifiche attività di formazione e informazione». L’altro aspetto da curare è la digitalizzazione delle procedure. Il Pnrr ha bisogno dell’apporto di tutti: salvarlo è necessario e gli esperti, da soli, non bastano.