«Sta mostrando una forza d’animo eccezionale, alimentata dalla solida certezza di poter dimostrare la sua totale estraneità alle ipotesi di reato che gli vengono contestate».

È quanto affermano in una nota gli avvocati Roberto Franco e Armando Veneto, che ieri hanno presenziato all’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, coinvolto nell’inchiesta Rinascita Scott.

Secondo gli inquirenti, avrebbe tenuto «condotte amministrative illecite» e favorevoli alla 'ndrangheta «garantendo ad alcuni indagati benefici nella gestione di attività imprenditoriali».

«Callipo - affermano i suoi legali - non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha sostenuto l’interrogatorio con estrema precisione, offrendo risposte pienamente esaustive. Nel corso della sua audizione, ha anche comunicato la volontà di dimettersi dalla carica di sindaco. Lo ha fatto chiedendo di allegare agli atti una lettera indirizzata al Prefetto di Vibo Valentia e, nelle intenzioni, anche ai cittadini di Pizzo. «Uno scritto toccante – raccontano gli avvocati – con il quale ha espresso tutto il suo amore per la citt?he per due volte l’ha eletto sindaco. Una lettera nella quale ringrazia tutti i componenti della Giunta e, prima ancora, i cittadini che hanno avuto fiducia in lui e assicura che riuscirà dimostrare che questa fiducia è stata ben riposta, perché assolutamente estraneo alle accuse che gli vengono mosse». 


Callipo ha motivato le sue dimissioni con la volontà di non gravare con la sua vicenda personale sulle sorti e sull’immagine di Pizzo, «pur nella consapevolezza di non aver commesso i reati che gli vengono imputati e con la convinzione di doversi difendere nell’ambito del processo in cui è coinvolto, rispettandone tutte le regole».


«Un vero e proprio atto di amore nei confronti di Pizzo - rimarcano gli avvocati Franco e Veneto -. La sua lettera e le sue dichiarazioni sono state un mix di razionalità, competenza amministrativa e trasporto emotivo, del Sindaco e dell’uomo chiamato ad affrontare la più difficile delle prove. Ha sostenuto le proprie ragioni e risposto alle domande del giudice senza alcuna riserva o titubanza, sottolineando più volte la sua fiducia nella Magistratura e nella Giustizia, a maggior ragione perché, come ha ribadito nel corso dell’interrogatorio, nello svolgere il suo mandato di sindaco si è sempre considerato un uomo delle Istituzioni al servizio della collettività. Un atteggiamento - concludono - che ha colpito tutti i presenti per la convinzione con cui ha rigettato i capi d’imputazione, dichiarandosi completamente estraneo alle finalità delittuose attribuite a determinati fatti e circostanze».