Il parlamentare calabrese parlando alla Camera in merito alla proposta di legge sulla riforma della Corte dei Conti ha sottolineato: «Supporterà gli amministratori pubblici»
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Il parlamentare calabrese Andrea Gentile è intervenuto alla Camera in merito alla proposta di legge sulla riforma della Corte dei Conti, ritenendo «non più procrastinabile tale riforma poiché i pubblici amministratori devono essere liberi di assumere responsabilità nell’interesse collettivo».
Gentile, membro della I Commissione “Affari Costituzionali Presidenza del Consiglio e Interni”, è intervenuto nella discussione generale sulla proposta di cui alle “Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, e altre disposizioni nonché delega al Governo in materia di funzioni della Corte dei conti e di responsabilità amministrativa e per danno erariale”.
Il parlamentare, tra l’altro, è stato designato nel “Comitato dei Nove” per il provvedimento in questione. Il tema della riforma della corte dei conti viene considerato dalla maggioranza di governo importante e molto attuale, ed ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera delle commissioni Affari Costituzioni e Giustizia della Camera.
«Questa legge – ha aggiunto l’onorevole Gentile, è di supporto ad amministratori pubblici, e non certo da ostacolo, come alcuni vogliono far credere, rafforzandone il ruolo, anche e soprattutto nel rapporto con la Magistratura Contabile, in funzione consultiva e di controllo».
Nel suo intervento alla Camera ha considerato tale proposta di riforma orientata ad un utilizzo più consapevole e sicuro delle risorse pubbliche. E ciò in quanto, attualmente, si verificano pesanti rallentamenti dell’azione amministrativa: «con tale provvedimento si introducono alcune modifiche alla normativa vigente in materia di responsabilità amministrativa, nonché in materia di controllo preventivo di legittimità e sull’estensione della funzione consultiva spettante alla Corte dei conti, con particolare riferimento ai contratti pubblici per l'attuazione del Pnrr».
Altro punto importante è dato dalla previsione che va a contrastare la cosiddetta ‘paura della firma’, per cui in caso di atti che rientrano nella competenza propria degli uffici tecnici o amministrativi, la responsabilità non si estende ai titolari di organi politici che in buona fede li abbiano approvati ovvero ne abbiano autorizzato o consentito l’esecuzione, con le sole eccezioni del dolo o di schiaccianti prove contrarie alla buona fede che sarà sempre presunta fino a prova contraria.
«La riforma – ha dunque ricordato Gentile – aiuta la pubblica amministrazione ad essere più efficace ed efficiente, attivando un dialogo proficuo e necessario con la Corte dei Conti per ridurre i tempi che segnano l’azione del decisore amministrativo».