«Siamo lieti di comunicarle che può ritirare la “Carta dedicata a te” - nominativa e prepagata sulla quale le verrà attribuito l’importo di 382,50 euro per l’acquisto di beni di prima necessità - presso qualsiasi Ufficio postale».

La comunicazione pervenutagli dal Comune lo ha preso un po’ alla sprovvista. Pur avendone diritto, non ancora aveva considerato fino in fondo la possibilità di ricevere la social card voluta dal Governo Meloni per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie sui beni di prima necessità. Tantomeno ne aveva fatto richiesta: la card infatti viene inviata automaticamente dall’Inps agli aventi diritto (Isee pari o inferiore a 15mila euro) attraverso i Comuni di residenza.

Tuttavia, Fortunato Cugliari, assessore del Comune di Stefanaconi, nel Vibonese, dopo una neppure troppo indugiata riflessione, ha deciso di rinunciare a un beneficio che certamente avrebbe potuto fargli comodo.

Le motivazioni di tale scelta, a dir poco irrituale nel mondo della politica, le ha esposte in una lettera inoltrata al sindaco Salvatore Solano. La prima motivazione è la seguente: «Ricoprendo la carica di assessore con delega anche alle Politiche sociali, penso non sia il massimo accettare e utilizzare il beneficio, anche se non richiesto, che mi è stato concesso. È un qualcosa che non mi farebbe stare bene». La seconda, «che ritengo ancora più valida», è data da un «senso di “onestà sociale”: in questo momento nel mio paese penso ci siano persone più bisognose e la mia coscienza non mi permetterebbe di usufruire di questo aiuto».

Cugliari spiega: «Per fortuna lavoro, ho uno stipendio mensile e anche se non navigo in acque sicure, vivo le difficoltà comuni un po’ a tutti, essendo padre di due figli e con un mutuo che mi accompagnerà per quasi tutta la vita. Ma, ripeto, penso che ci siano persone più bisognose del sottoscritto che aspettano come ossigeno questa possibilità».

 

Poi la considerazione: «ritengo, ma è un mio parere personale, che bisognerebbe rivedere iparametri, le soglie di povertà: l’Isee di 15.000 euro è una soglia a mio dire molto alta.Ma non voglio insegnare niente a nessuno, mi limito ad una scelta che mi fa staremeglio e mi fa guardare negli occhi i miei concittadini senza sentirmi in colpa.Non voglio fare demagogia o populismo, ma ogni tanto bisognerebbe, per una sorta di “giustizia sociale”, che spesso non c’è anche per colpa dei soliti furbetti, rinunciareanche a qualcosa di nostro,a un nostro diritto.Non mi va di nascondermi dietro la “legge” e usufruire di un beneficio sociale chepotrebbe dare respiro a qualche altra famiglia».

 

Citando poi Gandhi, che diceva: “il segreto della felicità, nella vita di tutti igiorni, sta proprio nella rinuncia”, Cugliari conclude: «potevo anche accettare la card e utilizzarla per fare la spesa a qualche famiglia bisognosa,ma non ho voluto toccare,sfiorare, la sensibilità di nessuno.Spero e mi auguro che la mia card possa essere data ad una famiglia chegrazie ad essa possa respirare un po’ di aria fresca, in un’estate che sarà, almeno per le famiglie,molto calda.Con la delicatezza di un gesto che vuole essere anche l'esempio di una politica che sarinunciare».