Lo hanno stabilito i giudici di Locri accogliendo la richiesta presentata dal gruppo di minoranza. Il primo cittadino presenterà ricorso in appello: «Sono sconcertato»
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Il Tribunale civile di Locri ha dichiarato decaduto il sindaco di Riace Antonio Trifoli. È quanto si evince dalla lettura della sentenza di 12 pagine con cui i giudici del tribunale jonico hanno accolto il ricorso presentato da Maria Caterina Spanò (assistita dall’avvocato Francesco Rotundo), esponente politica che si rifà a Mimmo Lucano.
Trifoli era dipendente del Comune
I giudici entrano nel merito del ricorso e spiegano, dopo una vorticosa analisi di tipo tecnico sulla normativa di diritto del lavoro, che «all’epoca della presentazione delle candidature per le elezioni del 31 maggio 2019, l’interessato (Trifoli, appunto) era dipendente del Comune di Riace con contratto a tempo determinato e, come tale, non poteva essere collocato in aspettativa per motivi elettorali, stante il divieto di cui al comma 8 dell’articolo 60 Tuel». Ed infatti la questione è tutta qui: poteva l’attuale sindaco ottenere quell’aspettativa oppure no? La risposta, a giudizio del Tribunale di Locri, è negativa. Trifoli non poteva andare in aspettativa. «Il punto critico – spiegano i giudici – si enuclea nella durata dell’aspettativa che è, per sua natura, suscettibile di essere ben più durevole rispetto agli altri casi di sospensione del lavoro previsti dalle leggi 53/2000 e 151/2002 (parentale, gravi motivi familiari, studio, maternità), che sono mediamente infra-annuali e, al di fuori dell’astensione obbligatoria per maternità, soggetti alla comparazione con le esigenze organizzative da parte del datore di lavoro». Per tale ragione, aggiunge il Tribunale «l’aspettativa elettorale si pone in contrasto con la natura intrinseca del rapporto di lavoro a tempo determinato in quanto determinerebbe l’ultrattività del lavoro rispetto alla previsione contrattuale».
La decisione del tribunale di Locri
Tutto ciò ha portato il Tribunale a dichiarare la decadenza del sindaco Trifoli, compensando le spese di giudizio. Ora, formalmente il sindaco non potrebbe continuare a svolgere la sua funzione. Tuttavia l’immediata (e scontata) presentazione di un appello avverso la sentenza di primo grado, gli permetterà di neutralizzare l’efficacia di tale pronuncia in attesa che arrivi l’esame della questione da parte della Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Il commento di Trifoli
«Ho appreso da poco la decisione del Tribunale di Locri e resto sconcertato sulle motivazioni. Si vuole precludere il diritto all' elettorato passivo a chi dopo 20 anni è ancora precario della pubblica amministrazione». È il commento del sindaco Trifoli a seguito della sentenza.
«Un sacrosanto diritto sancito dalla nostra costituzione – continua - che viene cancellato con un colpo di spugna senza approfondire attentamente la vicenda tanto che nel dispositivo si specifica che non esistono casi precedenti. Spero col cuore che il mio caso faccia giurisprudenza, non per me, ma per le migliaia di colleghi che in tutti questi anni hanno visto negarsi tutti quelli che sono i principi essenziali della nostra Costituzione. Un precario a 900 euro al mese e un condannato per gravi reati sono messi sullo stesso piano. Il governo e soprattutto il parlamento devono prendere atto che le regole del diritto in Italia sono quantomeno da rivedere».
«Ad oggi – conclude Trifoli - è stata negata dalla Prefettura e dal Ministero dell'Interno la possibilità di visionare le carte e soprattutto quello che ad oggi è "parere fantasma" che dichiara la mia presunta ineleggibilità».