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Ha scelto il Sud Matteo Renzi per chiudere la campagna elettorale per il referendum sul quale si gioca il futuro del suo governo e anche molto della sua stessa carriera politica. Ieri è stato a Napoli e oggi si dividerà tra Calabria e Sicilia, prima dell’ultima tappa rigorosamente fiorentina. Forte del sostegno al fotofinish arrivato da Romano Prodi.
La scelta “terrona” non sembra essere casuale. Al Sud, secondo gli ultimi sondaggi ufficiali e anche per quelli clandestini che continuano a popolare la rete, il no sarebbe in vantaggio nel modo più largo proprio nelle Regioni meridionali. Ed è proprio alle nostre latitudini che potrebbe decidersi la partita di domenica 4 dicembre.
Il presidente del Consiglio lo sa bene e, non a caso, gli ultimi provvedimenti del Parlamento hanno avuto il sapore di un’attenzione particolare per Calabria e Campania, teatro degli ultimi comizi. Ovviamente il riferimento è all’emendamento inserito nella legge di stabilità che rimuove l’incompatibilità tra la carica di governatore e di commissario per la sanità. Proprio quello che De Luca e Oliverio desideravano da tanto tempo. Anzi Oliverio aveva scatenato una vera e propria battaglia personale sul punto fin dal suo insediamento che, singolarmente, era andato a coincidere con la previsione normativa dell’incompatibilità. Alla quale era seguito l’invio di Massimo Scura, e del suo vice Andrea Urbani, per occuparsi della sanità calabrese, con le conseguenze note a tutti.
In Calabria Renzi ha poi scelto Reggio dove non disdegna di fare visita. Vi ritrova i renziani della prima ora Giuseppe Falcomatà, sindaco della città, e Nicola Irto, presidente del Consiglio. Giovani leve sulle quali si conta per radicare il consenso democrat. E poi Renzi potrà ritornare sull’apertura del Museo e sui Patti per la Città Metropolitana per dare un nuovo spot alla sua battaglia. Ed infatti nel Pd calabrese, dove le logiche di campanile sono ancora fin troppo valide, subito è scattata la polemica interna con i distinguo arrivati da Enzo Bruno e dai democrat di Catanzaro che si sono sentiti snobbati dal premier. E ci ha dovuto pensare il segretario Ernesto Magorno a fare in modo che la questione no degenerasse con un richiamo all’unità e un ringraziamento al premier per l’attenzione data alla Calabria tutta.
La notte di domenica si saprà come la Calabria avrà risposto a tutte queste sollecitazioni e si cominceranno a fare i conti. Qualunque sarà il risultato finale, infatti, all’interno del Pd nazionale che regionale partirà una resa dei conti interna che determinerà, inevitabilmente, nuovi equilibri politici.
Riccardo Tripepi