Elezioni a Rende, De Rango abbandona Principe: frattura nell'area riformista

Frattura con l’ex candidato a sindaco: «Ho appreso del benservito attraverso la stampa. Il mio nome utilizzato come esca»

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di Salvatore Bruno
3 aprile 2019
10:44

Si consuma una frattura all’interno della Federazione riformista di Rende, in prossimità delle elezioni amministrative, generata dalla decisione di Sandro Principe di candidarsi a sindaco. Inizialmente la coalizione aveva indicato Alessandro De Rango. Si pensava che questi avesse poi deciso di fare un passo indietro per assecondare la volontà dell’ex Sottosegretario di presentarsi egli stesso alla carica di primo cittadino. Le cose invece, a quanto pare, sono andate diversamente. Lo chiarisce proprio De Rango con una dichiarazione al vetriolo.

«Sono vittima di un funerale politico di lusso»

«Ho accettato la candidatura a sindaco – scrive in una nota – ritenendo che potesse rappresentare una cerniera tra passato e futuro per un rilancio della nostra bella cittadina e per dare la stura ad una classe dirigente fatta di nuove energie e di esperienze del passato. Alla nostra proposta alcuni movimenti hanno aderito, altri hanno declinato l’invito per aver intrapreso altre strade ma profilando future disponibilità in caso di ballottaggio. Tutto d’un tratto, poi, ho appreso dalla stampa che il sottoscritto non era più candidato sindaco dell’area. Magicamente e tempestivamente, l’indomani ecco arrivare la proposta ufficiale di ben due candidature di superamento rispetto alla mia (Rubino e Mazzuca ndr). Quasi che qualcuno le avesse preconfezionate e suggerite. Così la candidatura del sottoscritto, prima ritenuta vincente e naturale, è stata relegata a candidatura di ripiego dalle medesime persone che l’avevano affermata. Alcuni generali senza esercito, invidie e pettegolezzi - aggiunge De Rango - hanno avuto libero e complice accesso in un percorso ed in un progetto collettivo che è iniziato quasi cinque anni addietro dopo l’elezione di Marcello Manna. A pochi mesi dalle elezioni del prossimo maggio sono comparsi soggetti che hanno lavorato subdolamente per allestire un funerale politico di lusso al sottoscritto».


«Il mio nome utilizzato come esca»

«I fatti, non le mie parole - insiste De Rango - dimostrano che la candidatura del sottoscritto è stata utilizzata come esca ed allo stesso tempo come specchietto per le allodole. I compagni e le persone in cui si crede si difendono e non si espongono al pubblico ludibrio. E’ evidente, pertanto, che il mio non è stato un passo di lato né indietro. Io ho un lavoro, aziende, una compagna, una famiglia, tanti amici e tanti interessi che completano e riempiono la mia esistenza ma continuerò ad interessarmi alla vita della mia comunità e della mia città che amo senza reclamarne, però, l’esclusiva. Cito per ultimo mio padre la cui storia, dirittura morale e determinazione sono ben note ovunque e che con libertà di giudizio e autonomia di azione saprà trarre le necessarie conclusioni».

 

Giornalista
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