Gianfranco De Franco parla di clima da caciara indecente, commentando le modalità di svolgimento dell’ultimo civico consesso, andato in scena la sera del 27 febbraio, puntando l’indice contro il presidente dell’assise, Mario Rausa, il quale, scrive il segretario di Insieme per Rende in una nota, ha consentito «a persone esterne non solo al consiglio, ma anche alla nostra vita cittadina, di intromettersi e di torturare il malcapitato Antonello Elia con telefonate che si dice provenissero da un deputato della Lega. I fratelli Granata di Cosenza e altri signori che non ho riconosciuto – ha sottolineato De Franco - giravano sotto l’emiciclo consegnando il telefono a Elia che a sua volta lo girava al sindaco che poi lo ridava a Elia che poi lo ridava a questi personaggi. Un giro vorticoso di telefonini che ha coinvolto anche altri consiglieri della maggioranza che evidentemente ricevevano sollecitazioni, immagino di che tipo, dall’esterno».

Democrazia ferita

«Si è consumata a mio avviso una ferita alla democrazia. Il voto di Elia non è stato consapevole. È stato estorto con l’avallo del Presidente del consiglio Rausa a cui la situazione, mi auguro inconsapevolmente, è sfuggita di mano. Rausa avrebbe dovuto difendere il diritto di Elia di votare senza pressioni e il diritto del Consiglio comunale di Rende di decidere autonomamente senza pressioni da parte di ben noti personaggi che con le decisioni che sono prese dal Consiglio comunale di Rende non hanno niente a che fare».