Il gruppo rimasto fedele all'ex governatore Giuseppe Scopelliti avrebbe contribuito all'elezione del consigliere di Fratelli d'Italia, oggi uno dei favoriti per la presidenza del Consiglio regionale
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Non è un ritorno prepotente, ma è comunque un ritorno. Gli scopellitiani sono ancora vivi e lottano insieme a Fratelli d'Italia.
Dopo un lungo periodo di oblio – iniziato nel 2014 con le dimissioni dell'ex governatore (successive alla condanna definitiva nel processo Fallara per il crac del Comune di Reggio) e intervallato da diversi passaggi a vuoto (tra cui proprio la mancata elezione dello stesso Scopelliti all'Europarlamento) – quell'area che un tempo aveva dominato la Calabria è tornata ad avere un (piccolo) posto al sole.
Uno strapuntino, ma meglio che il nulla
Uno strapuntino, più che altro, ma – visti i tempi grami e il passato ancor più deprimente – sempre meglio che il nulla assoluto.
E così, dopo un lustro di bocconi amari, i seguaci dell'ex presidente sono tornati in sella lo scorso 26 gennaio, con l'elezione di Domenico Creazzo in consiglio regionale. “Orfani” del loro leader naturale, che sta ancora scontando in regime di semi-libertà la sua condanna a quattro anni e sette mesi di reclusione per falso in atto pubblico, i “Peppe boys” hanno puntato con successo sul cavallo vincente. Creazzo, infatti, contrariamente a tutte le previsioni della vigilia, è risultato il primo eletto della lista Fdi nella circoscrizione Sud.
Il boom dell'ex capo del Parco d'Aspromonte
Eletto per la prima volta a Palazzo Campanella, il sindaco di Sant'Eufemia d'Aspromonte – di professione finanziere e da pochi giorni ex vicepresidente uscente (con funzioni di reggente dall'agosto 2018) del Parco nazionale d'Aspromonte – è riuscito a ottenere ben 8.033 preferenze, staccando di circa 700 voti Peppe Neri, che pure era un consigliere uscente.
Un quarto di quelle preferenze (2.111 voti), in particolare, Creazzo lo ha ottenuto a Reggio, roccaforte storica degli scopellitiani. Un risultato davvero eccezionale, per il sindaco di un'altra città. Per fare un paragone, Demetrio Marino, consigliere reggino in carica, ha preso meno voti di Creazzo. Il quale, tra l'altro, ha abbracciato la causa fratellista da poco tempo e dopo essere stato per giunta uno dei sindaci a firmare il documento con cui si chiedeva al Pd la ricandidatura del governatore uscente, Mario Oliverio.
Le indiscrezioni sul sostegno a Creazzo
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, gli scopellitiani duri e puri avrebbero dapprima offerto sostegno a un esponente della destra reggina di comprovata fede come Orlando Fazzolari (3.321 voti finali, non eletto), per poi spostare i loro consensi su Creazzo. Una mossa che, probabilmente, ha fatto sentire tutto il suo peso nelle urne. Tant'è che adesso il sindaco del paese aspromontano, da primo classificato, è uno dei favoriti per la presidenza del consiglio regionale, che, in base alle ripartizioni tra i partiti, potrebbe toccare proprio a Fdi.
Il successo di Creazzo danneggia Minasi
Il successo inaspettato di Creazzo potrebbe spiegare, almeno in parte, il relativamente scarso bottino elettorale di un'altra (ex?) scopellitiana come Tilde Minasi, eletta sì nelle fila della Lega, ma con soli 2mila voti. Troppo pochi per una politica di lungo corso da sempre vicina all'area dell'ex governatore e con una lunga esperienza nelle istituzioni cittadine e regionali.
Forse, il suo mezzo passo falso può essere spiegato dal fatto che quasi tutti gli storici pretoriani di Scopelliti – tra cui il fratello Tino e i fedelissimi Daniele Romeo e Peppe Agliano – avrebbero deciso di dare il loro contributo elettorale al partito di Meloni e, nello specifico, al candidato poi risultato il primo eletto di Fdi in provincia.
Ovviamente, all'affermazione di Creazzo avranno concorso altri fattori, tra cui il deciso sostegno di un'altra vecchia conoscenza della politica calabrese, l'ex senatore Giovanni Bilardi, anche lui un tempo molto vicino a Scopelliti.
Inizia una nuova fase politica
L'elezione di Creazzo, in ogni caso, è un nuovo inizio per un'area che, dopo la caduta del suo re, per molto tempo non ha avuto alcun punto di riferimento nei palazzi del potere regionale e non solo.
È, inoltre, la dimostrazione della ritrovata forza elettorale di un gruppo politico che sembrava destinato all'estinzione. Gli scopellitiani hanno invece dimostrato di saper cambiare pelle e adesso sono di nuovo in pista.
Una incognita in più per il centrodestra calabrese ma soprattutto per quello reggino. Nella città dello Stretto si tornerà a votare a maggio, e non è escluso che l'area che ha contribuito all'elezione di un consigliere regionale avanzi qualche pretesa pure sul Comune, magari riproponendo la candidatura dell'uomo che aveva “ceduto” la guida del Parco d'Aspromonte allo stesso Creazzo, il professor Giuseppe Bombino.
Ipotesi, semplici suggestioni? La certezza è che gli scopellitiani, seppur molto malconci e indeboliti, sono tornati.
bellantoni@lactv.it