Il leghista era l'unico degli eletti a Palazzo Campanella che dalle scorse Regionali ad oggi non aveva affidato nemmeno un incarico fiduciario all'interno del suo staff. Sciolti i dubbi sulla sua presunta ineleggibilità, arrivano le prime nomine
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Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine. Lo scrisse Cesare Pavese e giusto settant'anni dopo la morte dello scrittore la conferma della validità dell'affermazione arriva da Palazzo Campanella. Lì la solitudine non è certo di casa, con tutti i consiglieri che fin da inizio legislatura hanno rimpinguato i loro staff di amici, politici locali o loro parenti chiamandoli a fargli da autisti e portaborse.
Tutti, tranne uno: Pietro Molinaro. L'ex presidente di Coldiretti, approdato in Regione sotto la bandiera della Lega, era l'unico finora a non aver affidato nemmeno un incarico nella propria struttura. E all'inizio della fase 2 – durante una manifestazione ai piedi di Palazzo dei Bruzi – a precisa domanda sulla singolare scelta rispose che con la crisi in corso e le attività istituzionali pari quasi a zero non gli sembrava il momento di procedere a nomine, come invece continuavano a fare i suoi colleghi attirando su di loro le critiche dell'opinione pubblica.
Adesso però, nonostante la crisi ci sia ancora e i vincitori delle elezioni continuino a non brillare per stakanovismo, anche lui ha ceduto alla tentazione o, se preferite, alla necessità. E così d'ora in avanti potrà contare su due aiutanti che presto potrebbero diventare almeno tre, grazie al tradizionale (da queste parti) ricorso alla formula del 50%: assumi qualcuno per un ruolo ma gli dai mezzo stipendio, così da poter assumere un altro pari ruolo e pagare a lui l'altra metà del salario.
Malelingue e solitudine
I mesi trascorsi in solitudine da Molinaro cozzavano con le voci che circolavano sul suo conto quando il suo nome era dato prima come possibile alternativa a quello di Mario Occhiuto nella corsa alla presidenza della Regione e poi come assessore all'Agricoltura in pectore. Negli ambienti leghisti cosentini, infatti, si diceva che lo storico presidente di Coldiretti girasse per il territorio distribuendo promesse a destra e a manca per conquistare i potenziali elettori e convincere Salvini, grazie ai consensi raccolti, che il nome giusto per la Calabria da proporre alla coalizione fosse il suo.
Cattiverie dei presunti amici verso un candidato che pareva godere più dei favori della nomenclatura nazionale che della base locale? Poco importa, considerato che alla fine la poltrona di governatore non la sfiorarono nemmeno sia lui sia il sindaco di Cosenza e che Molinaro ha dovuto attendere l'istituzione di una nuova commissione (quella Agricoltura) e il suo insediamento come presidente a fine luglio per avere il posto al sole negatogli fino a quel momento. Pare che la Santelli non lo volesse come assessore per un vecchio contenzioso tra lui e la Regione che mal si sposava con la titolarità di una delega in Giunta. E poi, la realtà smentiva le malelingue: il leghista, al contrario degli altri eletti, una volta in Consiglio non aveva affidato neanche uno straccio di posto nella sua struttura. Finora.
Il segretario in quota Lega... Consumatori
Che c'entrasse qualcosa anche il contenzioso sulla sua eleggibilità portato avanti da Luigi Novello e chiuso con successo da Molinaro soltanto a inizio agosto? Impossibile saperlo con certezza, fatto sta che poco dopo il via libera del tribunale il Burc ha registrato i primi due arrivi nello staff del consigliere. Per il ruolo di segretario particolare al 100% Molinaro ha pescato nella Lega, ma quella Consumatori Calabria, selezionandone il responsabile regionale. A decorrere dal 5 agosto e fino al termine della legislatura, con uno stipendio complessivo per il quinquennio di circa 182.500 euro (una quarantina ad anno solare), sarà al suo fianco Antonio Mondera, esperto oleario che insieme a Molinaro si è già occupato in passato di iniziative gastronomiche a chilometro zero attraverso collaborazioni tra la sua associazione e la Coldiretti.
Un autista che di spostamenti se ne intende
Ma le nomine in Calabria sono come le ciliegie, una tira l'altra, e i presidenti di commissione hanno diritto all'autista ( o a due con la formula del 50%). Molinaro, con tutto il tempo che ha avuto per pensare al suo futuro staff, non poteva che individuare un altro esperto, stavolta per scarrozzarlo nei suoi impegni istituzionali in giro per la regione. E chi meglio di Lucantonio Nicoletti quando si parla di spostamenti? Il due volte consigliere provinciale cosentino è uno che fermo non riesce proprio a stare, tanto da essere tra i padri, nella sua città d'origine, dell'associazione politico culturale “Bisignano in movimento”. Nulla a che vedere con i Cinque Stelle: Nicoletti è stato nel tempo vicino ai “rossi” Giuseppe Giudiceandrea e Ferdinando Aiello, al Pd, al forzista Mario Occhiuto, al suo rivale Graziano Di Natale, al sindaco del suo paese - rivestendo il ruolo di assessore per poi trasformarsi in feroce consigliere d'opposizione nella stessa sindacatura - ma ai grillini ancora no.
Prima delle ultime regionali, la folgorazione sulla via di Pontida, con sostegno proprio a Molinaro invece che ad Alessandro Perrone, il candidato leghista bisignanese. L'endorsement, l'inesauribile energia mostrata nel muoversi da una parte all'altra (seppur dell'arco istituzionale), la neonata predilizione per il verde rispetto al rosso hanno fatto di Nicoletti il candidato ideale per un posto da autista al 50%, con stipendio di 14.350 euro l'anno. L'altro 50% toccherà a qualcun altro, ma non sarà difficile trovare uno chaffeur altrettanto valido, tanto più se politico pure lui: i professionisti degli spostamenti in Calabria non mancano.
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