Affollata conferenza stampa per la presentazione di Moderati per la Calabria formato da Antonio Scalzo, Franco Sergio e Giuseppe Neri. «Rimaniamo nel centrosinistra» ma la frattura con i democrat è profonda
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Battesimo mediatico per il nuovo gruppo consiliare “Moderati per la Calabria”. Giuseppe Neri, Franco Sergio e Antonio Scalzo hanno scelto la sala Giuditta Levato di palazzo Campanella per annunciare ufficialmente creazione di una nuova formazione politica e spiegare le ragioni che li hanno portati a questa decisione.
«Una vicinanza culturale e di formazione» hanno ribadito tutti e tre i consiglieri regionali che li ha spinti a creare un gruppo che possa essere «da stimolo per il governo regionale in vista dello scorcio finale della legislatura per provare a realizzare il programma e realizzare un cambio di passo nell’azione della giunta Oliverio».
Rimangono nel centrosinistra, insomma, i tre consiglieri regionali provenienti dalla lista “Oliverio Presidente” (Franco Sergio), dal Pd (Antonio Scalzo) e dalla lista Democratici e Progressisti costola del Pd (Giuseppe Neri). Anche se la loro posizione nei confronti della gestione Oliverio è assai critica, così come lo è nei confronti del capogruppo del Pd in Aula Sebi Romeo.
L’ex presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo, che sarà presidente del nuovo gruppo, punta l’indice contro il governo dei tecnici. «All’inizio della legislatura c’è stata una fase politica in cui si è reso un passo indietro di alcuni di noi per arrivare alla soluzione di un governo tecnico. Però – ha detto Scalzo - le cose straordinarie devono avere un inizio e una fine. Insistere per l’intera legislatura con un governo solo di tecnici mortifica il ruolo della politica e svuota la delega dell’elettorato verso gli eletti». Non solo. Scalzo spiega come più volte sia stata chiesta una modifica nei rapporti tra giunta e Consiglio senza ottenere nulla. «Abbiamo più volte manifestato la necessità di esercitare il nostro ruolo non all’interno del partito, ma all’interno del Consiglio regionale e anche del gruppo del Pd. Durante la scorsa legislatura sono stato vice-capogruppo e capogruppo del Pd e abbiamo sempre svolta una riunione mensile e diverse riunioni territoriali in tutte le province. Durante questa legislatura, in tre anni e mezzo abbiamo fatto solo due riunioni di gruppo. Questo è il dato davanti agli occhi di tutti». Saranno fischiate e non poco le orecchie al presidente del gruppo in Aula Sebi Romeo.
Franco Sergio ha voluto sgombrare il campo da equivoci: «non stiamo cercano nuove collocazioni politiche. Non cerchiamo spazi di potere e non abbiamo chiesto nulla. La nostra è stata la presa di coscienza che dopo la riunione di maggioranza del 23 marzo non è cambiato nulla. Eppure Oliverio aveva promesso un maggiore coinvolgimento del Consiglio anche attraverso la distribuzione di deleghe specifiche e di confronti periodici. Del resto – ha proseguito - la geografia politica in questo momento è così in evoluzione, con la nascita di un terzo polo anche in Calabria, che è difficile pensare a riposizionamenti. Non c’è una questione di individualismo o di personalismi, né siamo alla ricerca di protagonismi fini a se stessi».
Il segretario questore di palazzo Campanella Giuseppe Neri gli ha fatto eco. «Questo gruppo non nasce per avanzare pretese o ricattare qualcuno. Ha uno spirito costruttivo e vuole portare avanti i temi che a nostro avviso sono fondamentali per la Calabria. Vogliamo inoltre applicare un diverso metodo di lavoro che permetta alla giunta e al Consiglio di comunicare meglio».
E non manca la bordata al Pd quando a Neri viene chiesto se la decisione di uscire dai gruppi democrat è stata comunicata o discussa con il partito. «Ancora no. Abbiamo in programma un incontro che, però, ancora non c’è stato. In ogni caso non vedo nessun tipo di problema viste le finalità del gruppo che nasce per dare un contributo generale a tutti. In ogni caso non abbiamo ancora avuto modo di rapportarci con il partito vista anche l’assenza degli organi statutari. Non c’è al momento un segretario regionale e dobbiamo capire con chi aprire una discussione in questo momento». E qui le orecchie sono fischiate a Magorno.
Riccardo Tripepi