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Stavolta c’è una parziale giustificazione. La scadenza per l’assestamento di bilancio è prevista per il 30 novembre e, dunque, l’incombenza non poteva essere rinviata a dopo il referendum. Ed allora il presidente Nicola Irto ha preferito evitare il dibattito in Aula andando speditamente, forse troppo, all’approvazione della manovra da 63 milioni che, comunque, conteneva disposizioni importanti come tutti gli stanziamenti per i lavoratori Lsu-Lpu, le risorse per la sanità e per Calabria Verde.
Ma la domanda è: non poteva arrivarsi prima al confronto sulla manovra? Anche la Commissione competente, presieduta da Aieta, si è limitata ad una discussione formale contenuta in una sola seduta, alla vigilia del Consiglio.
La sensazione che la giunta continui a considerare Palazzo Campanella come un suo passacarte è sempre più forte. Addirittura il vicepresidente dell’esecutivo Viscomi ha anche annunciato che è volontà del governo arrivare all’approvazione del bilancio di previsione 2017 entro dicembre. Praticamente in 15 giorni la manovra di bilancio per il prossimo anno dovrebbe transitare sia in Commissione che in Consiglio. Con la conseguenza che, anche in questo caso, il confronto sarà pari a zero. Appare evidente, quindi, che dopo il referendum il tema dei rapporti tra Consiglio e governo, anche in ottica rimpasto, sarà in cima all’agenda politica. E i risultati delle urne potrebbe influenzarlo non poco.
Riccardo Tripepi