Regionalismo differenziato, il governo si spacca e rinvia. Parte la protesta

Mimmo Bevacqua ha chiamato a raccolta sindacati e politici per proseguire la battaglia nonostante la battutta d'arresto che il provvedimento ha avuto durante l'ultima riunione del Consiglio dei ministri

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di Ric. Trip.
15 febbraio 2019
18:47
Mimmo Bevacqua
Mimmo Bevacqua

Le Regioni del Sud hanno tirato un sospiro di sollievo. I contrasti tra Lega e Cinque Stelle hanno bloccato l’iter di approvazione del regionalismo differenziato. Una modifica profonda al sistema Stato che consentirebbe alle varie Regioni di chiudere accordi con il governo per raggiungere maggior grado di autonomia anche in materie come istruzione, sanità e trasporti.

Un sistema che mettendo mano anche al fondo perequativo lasciando le Regioni con meno introiti fiscali alla fame, metterebbe a rischio l’unità del Paese e in ginocchio le Regioni del Sud che sono insorte. La Campania, tramite Vinenzo De Luca, ha chiesto di essere ammessa alle trattive per il regionalismo in maniera da poter presentare al tavolo del governo un accordo che mantenga agli stessi livelli delle altre Regioni i diritti essenziali.


 

Altre Regioni come la Calabria hanno scelto la linea della protesta più diretta. E se qualche settimana fa il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno per diffidare il governo dall’andare avanti su questa strada, a Lamezia si sono riunite tutte le forze contrarie all’autonomia differenziata per avviare un percorso di mobilitazione costante sul territorio.

 

Mimmo Bevacqua, consigliere regionale del Pd e leader di Zonadem, ha chiamato a raccolta colleghi consiglieri, sindaci, sindacati, forze sociali, Anci e Upi per fare sintesi e proporre la Calabria come apripista di un battaglia che intende coinvolgere tutte le regioni del Sud. “Il rischio di una messa in crisi dell’unità nazionale – dichiara Bevacqua - è reale e non si può assistere passivi: le richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, centrate sul legame fra risorse e gettito tributario dei territori, esclude il fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”.

Nella sala del Grand Hotel lametino tanti i rappresentanti politici e delle forze sindacali. Massimo Covello (Fiom) e Umberto Calabrone (Cgil), Tonino Russo (Cisl) per i sindacati e poi i consiglieri regionali Mimmo Tallini, di Forza Italia, a testimonianza che, sul tema e sulla questione non esistono, al momento, colori politici, Flora Sculco e Sebi Romeo, nonchè il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci e il presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo.

 

La proposta, unanimemente accolta è stata quella di un coordinamento permanente che conduca, da subito, una unitaria battaglia di civiltà. “Non è solo una questione di risorse. È anche una questione di competenze. La cosa più sciocca che potremmo fare, dopo l’ultimo CdM, è pensare che sia tutto a posto, che i rischi della secessione mascherata siano svaniti, che le Regioni interessate rinuncino al progetto autonomista e che, soprattutto, la Lega rinunci a ciò che la sua base storica pretende da sempre. Noi non dobbiamo arretrare di un millimetro – ha detto ancora Bevacqua - anzi, dobbiamo rilanciare: la nostra richiesta di azzerare il procedimento in corso rimane ferma. Il regionalismo va ripensato tutto e in maniera organica, non attraverso trattative segrete fra Governo e singole Regioni”.

E il tema che sta mettendo a rischio i rapporti tra Lega e Cinque Stelle rischi di diventare nevralgico anche per la prossima campagna elettorale dove le Regioni del Sud potrebbero avere un peso determinante sul futuro dell’alleanza giallo verde.

Giornalista
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