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CATANZARO - Hanno provato in tutti i modi a dissuaderlo, persino, a fermarlo con candidature pseudo unitarie. Fin qui nessuno ci è riuscito. Come un fiume in piena nel bel mezzo di una tempesta, Mario Oliverio ha raccolto consensi in corso d’opera travolgendo tutti i suoi detrattori e spaccando persino l’area dei renziani.
Inarrestabile. Ora il presidente della provincia di Cosenza ha presentato il conto. Oltre ventimila firme rastrellate in ogni provincia della Calabria e 153 delegati dell’assemblea del partito a sostegno della sua candidatura alle primarie del centrosinistra fissate per il 21 settembre. "Sono 153 – dichiarano in un comunicato i membri del coordinamento regionale Comitati 'Oliverio Presidente' - i componenti dell'Assemblea regionale della Calabria del Pd che hanno sottoscritto la candidatura di Mario Oliverio, a sostegno del quale, dunque, si registra la maggioranza assoluta del massimo organismo di direzione politica del partito calabrese eletto dalle primarie al recente Congresso regionale del Pd. Sarebbe stato sufficiente il 35% dell'Assemblea, pari a 105 firme, per poter essere candidato in rappresentanza del Pd. Il pronunciamento del 'parlamentino' del Pd calabrese è andato, invece, oltre ogni previsione ed ha raggiunto oltre il 50%". "Insieme alle firme dei dirigenti del Pd, richieste dalla norma dell'art. 18 dello Statuto nazionale - si afferma ancora nella nota - sono state presentate al coordinamento regionale organizzativo le firme dei cittadini, previste dall'art. 6 del Regolamento delle primarie. I calabresi che hanno sottoscritto la candidatura di Mario Oliverio sono oltre ventimila"
Numeri che vanno ben oltre le più rosee previsioni. Oliverio è già maggioranza nel Pd. Praticamente capovolti i rapporti di forza all’interno del partito. Dalla sua parte sono passati una trentina di renziani, i catanzaresi Amato e Ciconte e anche i delegati reggini dell’area Cuperlo.
Il peso del rinnovamento. Gratificato Oliverio che ora – come scritto in una nota inviata in serata agli organi di stampa – avverte il peso di una forte responsabilità. "La responsabilità di contribuire, innanzitutto - prosegue - a rafforzare le condizioni per un successo elettorale affinché questa volta e per davvero il centro sinistra possa scrivere dal Governo della Regione una positiva ed indimenticabile pagina di storia per dare certezza ad un futuro di vita e di speranza, da non disilludere, soprattutto alle nuove generazioni calabresi. Farò di tutto perché l'impegno che mi compete da candidato sia decisivo per fare delle primarie un'opportunità non soltanto per accrescere il consenso del centro sinistra, ma anche per farne una competizione che sia improntata ad unire e non a dividere i territori e la gente che domandano un autentico cambiamento. Mai come in questo caso dobbiamo essere tutti consapevoli che sono gli elettori a conferire con le primarie un mandato che dovrà essere finalizzato ad una funzione diversa ed altra da quella interpretata fino ad ora dalle classi dirigenti che hanno segnato l'esperienza storica del regionalismo calabrese. Dobbiamo dispiegare la capacità di una classe dirigente capace di camminare innanzitutto sulle proprie gambe".
Magorno all’angolo. Intanto la segreteria regionale di Ernesto Magorno traballa, di fatto commissariata da quella nazionale. La maggioranza è ora minoranza. A tenerla in piedi c’è la speranza rappresentata da Gianluca Callipo, l’uomo del rinnovamento, indicato da Roma come il candidato ideale per rappresentare i renziani e ricostruire un nuovo percorso in vista delle primarie in programma il prossimo 21 settembre.
Speranza in bilico. Primarie alle quali rischia di non essere presente il terzo incomodo, Gianni Speranza, aspirante governatore in quota Sel. Causa ostruzionismo al Senato, il suo partito rischia di essere messo alla porta dal Pd e di correre da solo alle regionali di novembre.