Carlo Tansi, candidato alla carica di presidente in occasione delle regionali in Calabria, commenta le ultime indiscrezioni in merito alle strategie politiche degli avversarsi: «Ho appreso dagli organi di stampa che per la costruenda coalizione di centrosinistra Pd-Movimento 5 Stelle si potrebbe proporre candidato alla presidenza della Regione Calabria Luigi de Magistris, attuale sindaco di Napoli in scadenza del mandato decennale. In verità l'interessato non ha confermato ma non ha nemmeno smentito».

«La notizia – dice l’ex numero uno della Prociv - non mi coglie né  indifferente  né  impreparato, anzi, se l'attuale  sindaco di  Napoli volesse offrire - da una diversa prospettiva  rispetto a più di dieci anni orsono quando rivestiva il ruolo di magistrato - il suo diretto contributo per favorire  il riscatto sociale, civile e democratico della nostra regione, sarebbe già un primo passo verso la possibilità di un radicale cambiamento della gestione politica e burocratica che il Movimento Civico Tesoro Calabria auspica da tempo. Ma il problema principale resta il vero ed integrale ricambio della rappresentanza politica che andrà a governare la Calabria dai seggi del Consiglio regionale, che è il motivo per cui sono stato costretto ad abbandonare il "tavolo di confronto" organizzato dal Pd».

E, entrando nel dettaglio «Vorrei chiedere a De Magistris se accetterebbe di guidare una coalizione avendo nelle liste ex consiglieri regionali, ex assessori e uomini politici che ricoprendo incarichi di governo o sottogoverno, hanno contribuito alle attuali condizioni di sfacelo in cui è stata ridotta la Regione più bella ma anche più povera d'Italia. Mi riferisco esplicitamente ai consiglieri Guccione (che siede sugli scranni del consiglio regionale da ben oltre 20 anni), Bevacqua, Irto, Aieta e affini, e a soggetti riferibili, a vario titolo a Incarnato, Adamo-Bruno Bossio, Sebi Romeo e affini…. e ad altri soggetti similari che in questo momento possono sfuggirmi».

«Io – rimarca - mi sono rifiutato di accettare le candidature di tali soggetti e, dal primo incontro, ho precisato - ai rappresentanti del Pd e agli altri esponenti convocati al "tavolo" - questa mia richiesta che, insieme alla scelta in tempi brevi di un candidato alla presidenza, ha rappresentato il motivo del mio definitivo abbandono del tavolo stesso, in quanto nodo principale mai sciolto all'interno di una coalizione regionale che aspirava a essere - ahimè solo a parole - erede naturale della migliore tradizione riformista.

Luigi De Magistris, qualora volesse candidarsi, dovrebbe chiarire il suo pensiero sull’attuale classe politica. Se anche egli dichiara, come ho fatto io, indispensabile l’esclusione dalle candidature degli attuali  proprietari di scranni regionali che ho citato sopra, allora le possibilità di offrire un’alternativa seria e concreta di rinnovamento morale ed etica della classe politica calabrese, diventa più che concreta».