«Parliamo di Calabria, non parliamo di poltrone».
Arrivato a Mileto Matteo Salvini vorrebbe non rispondere sulla domanda a proposito di uno dei due casi del giorno. Tenta di ribaltare l’obiezione che sia Giorgia Meloni che Maurizio Lupi gli hanno fatto nei giorni scorsi, quando gli era stato prospettato come un discorso da “assetti di potere” - il promesso posto di futuro vice governatore a Nino Spirlì – e come loro si trincera dietro una frase che, a questo punto, se non è di circostanza, è una carta capace di far ridiscutere la genesi e il contenuto del ticket: «Sarà il voto dei calabresi a far decidere chi fa cosa».

Discorso che assegna alla matematica dell’urna la designazione del ruolo, ma anche richiamo al senso dell’onore degli accordi romani .
«Conto che tutti mantengano la parola data in Calabria – aggiunge infatti -. La Lega sarà il primo partito del centrodestra e Nino (Spirlì, ndr) tornerà a fare l’egregio lavoro che sta facendo, non perché lo decide qualcuno dall’alto ma perché lo vogliono i calabresi». Più che una investitura, la chiamata al referendum intorno al presidente ff che non si candida.

Poi Salvini ha valorizzato, in un modo inedito, il suo continuo andirivieni dalla Calabria. «Non è possibile che le tv nazionali non parlino di questa che è l’unica elezione regionale nella prossima tornata – ha detto dal palco e parlando con i cronisti – ciò dipende da un mix di arroganza e ignoranza perché per qualcuno conta solo il voto di Roma e Milano, ma io penso che una terra come questa che ha più del 50 % di disoccupazione giovanile merita più attenzione della mia Milano».

Poi, Salvini, non si è sottratto alle domande sull’altro caso del giorno, che riguarda i rapporti familiari dei candidati Lanzino e Cusato. «Se uno ha il consuocero sbagliato o lo zio sbagliato – ha detto a proposito dei rapporti tra due incensurati e i loro famigliari o congiunti vicini ai clan - e si ribella, io ne sono orgoglioso.
In oltre 50 incontri pubblici che ho avuto in Calabria da luglio a oggi, avrò fatto la foto con decine di migliaia di persone, ma mica chiedo la carta d’identità o la fedina penale: non so se tra queste persone c’erano solo persone per bene , so solo che io dei candidati della Lega vado orgoglioso».