Regionali, Pd in alto mare: Rubbettino rinuncia. Ora è caccia a un nuovo candidato

Dopo l’incontro con Zingaretti arriva l’annuncio ufficiale dell’editore: «Centrosinistra diviso da lotta dilaniante dove non si vede volontà di ragionare»

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di Pietro Bellantoni
17 novembre 2019
14:08

«Nel centrosinistra c'è una lotta dilaniante, mi ritiro». Florindo Rubbettino getta la spugna e non accetta la candidatura alla presidenza della Calabria che gli era stata offerta dal Pd di Nicola Zingaretti. I dem, ora, sono costretti a ricominciare daccapo. L'editore, dopo l'incontro con il segretario di giovedì, si era preso tre giorni di tempo prima di sciogliere la riserva. La risposta finale non è stata però quella che il Nazareno si aspettava. Il Pd si ritrova adesso senza un candidato e, soprattutto, senza alleati, dal momento che il M5s, probabilmente domani, ufficializzerà il suo no a un patto con i dem.

 


È possibile che già a partire da domani il commissario regionale Graziano e il responsabile per il Sud Oddati riprendano in mano il dossier per scegliere un nuovo nome, ma è chiaro che il ritiro di Rubbettino rovina tutti i piani ed è destinato a dare forza al governatore Oliverio e a tutta quella parte di Pd che, solo ieri, attraverso una nota di un centinaio di circoli, avevano rigettato la proposta della segreteria e invocato le primarie.

Nella scelta dell'editore 48enne ha di certo pesato la volontà di Oliverio di andare avanti comunque, oltre al passo indietro dei 5 stelle.  

 

 «Ringrazio – dice Rubbettino – le tantissime persone che mi hanno incoraggiato a candidarmi alla presidenza della Regione Calabria e mi scuso di non averle potute ringraziare una per una. Ho colto soprattutto nei messaggi dei più giovani quell’energia viva che potrebbe davvero cambiare questa terra. E in quelli di tante madri e padri la preoccupazione e talvolta la disperazione per le prospettive che potrebbero attendere i propri figli. Per questo ho interrogato a lungo la mia coscienza di uomo, di padre e di calabrese».

 

«Riconciliare la Calabria, ridarle speranza nelle proprie infinite possibilità economiche, mettere assieme le differenze culturali del territorio per farne una grande ricchezza di tutti – spiega ancora l'editore – sarebbe stato il mio sogno e per questo sogno e per tutte quelle persone che me lo hanno chiesto avrei accettato la sfida e il sacrificio che questo avrebbe comportato».

 

«Purtroppo – aggiunge – ho potuto constatare che non ci sono le condizioni nel quadro politico calabrese per fare tutto ciò. Il campo del centrosinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato. Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare superando le divisioni tra partiti e all’interno degli stessi partiti, in cui non si sa nemmeno distinguere l’impegno civico per servire la propria piccola comunità, quella più prossima dove crescono i propri figli, dalle logiche di fazione».

 

«Ringrazio i cittadini, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e le altre forze politiche che mi hanno onorato del loro apprezzamento. Continuerò a servire questa terra con il mio lavoro, con l’impegno imprenditoriale ed editoriale attraverso il quale ho sempre provato a generare un forte sprone al cambiamento. Farò tesoro – conclude – di questo immenso capitale di apprezzamento e simpatia che mi è arrivato dai calabresi e non smetterò mai di impegnarmi per la valorizzazione di questa terra e per stimolare idee e progetti di futuro dialogando sempre con le tantissime persone che hanno a cuore questa regione».

Giornalista
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