Sarà l'ultimo, disperato, tentativo. Poi la candidatura di Occhiuto sarà archiviata in modo definitivo e le trattative sugli altri nomi entreranno nel vivo. Dopo l'ultima mazzata della Corte dei conti, che ha certificato il dissesto del Comune di Cosenza, e malgrado la volontà del sindaco di andare avanti comunque, i vertici regionali di Forza Italia hanno stabilito una nuova road map per tentare almeno di salvare la faccia.

Il coordinamento berlusconiano – che per più di un anno lo ha sostenuto acriticamente – non può scaricare Occhiuto così facilmente, ma ha bisogno di andare comunque fino in fondo per non smentirsi, nella consapevolezza dell'insuccesso finale. Gli azzurri calabresi vogliono insomma farsi dire di no per chiudere la prima fase e iniziare la seconda.

E infatti a breve i colonnelli di Fi dovrebbero – forse tramite la coordinatrice regionale Jole Santelli – chiedere l'uso del simbolo a Silvio Berlusconi. Obiettivo di facciata: candidare Occhiuto anche senza l'appoggio di Lega e Fratelli d'Italia.

Berlusconi sceglierà il centrodestra

Nessuno si illude: tutti conoscono la risposta in anticipo. Ed è facile da prevedere soprattutto alla luce delle ultime mosse e dichiarazioni dell'ex premier. Che, oltre a incoronare Salvini come leader del centrodestra («è logico, ha più del 30% dei voti»), ha ufficialmente sconfessato quell'area del suo partito che non accetta il matrimonio d'interessi con la Lega e Fratelli d'Italia.

Finisce dunque in un angolo anche la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che aveva chiesto al suo partito di non manifestare assieme a «esponenti di estrema destra». Berlusconi, invece, oggi sarà in piazza San Giovanni a Roma con Salvini e Meloni. «Anche se alcuni leghisti dovessero fischiarmi, io vado lo stesso, perché è importante esserci. Come titolo della manifestazione direi che là ci sarà l'Italia vera, concreta, che lavora, contro l'Italia ancora ideologica legata al comunismo», ha detto l'ex presidente del Consiglio.

Berlusconi non intende dunque mettere a repentaglio la ritrovata unità del centrodestra né dare retta alla fronda del suo partito che invoca più autonomia rispetto allo strapotere salviniano. Carfagna pare insomma destinata a svolgere un ruolo sempre più marginale all'interno di Fi, e non è detto che la scissione della sua area, di cui si parla da mesi, non debba concretizzarsi nelle prossime settimane.

Guai per Occhiuto

I guai di Carfagna sono però guai anche per Occhiuto. In primo luogo perché la numero due di Montecitorio è il suo main sponsor a livello nazionale, e poi perché l'intangibilità del centrodestra unito esclude a priori la sua candidatura, su cui pende il veto inamovibile di Salvini.

Il progetto di un Occhiuto schierato sotto i simboli di Fi e di altre civiche, magari contrapposto anche a Lega e Fdi, è dunque semplicemente fantascienza. Ecco perché quella dei forzisti rimasti (apparentemente) fedeli al sindaco di Cosenza sarà solo la mossa finale – utile a salvaguardare la narrazione degli ultimi mesi – prima di un radicale cambio di programma.

Dopo il No

Ricevuto il prevedibile “no” di Berlusconi, gli azzurri non potranno fare altro che cassare una volta per tutte la candidatura di Occhiuto e avviare le interlocuzioni per la scelta di un altro nome. Circolano con insistenza quelli del senatore Giuseppe Mangialavori – che però non avrebbe ancora dato la sua disponibilità – e il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo.

Ma prima di iniziare la fase due, c'è bisogno che Berlusconi dichiari chiusa la fase uno. E dica definitivamente addio a Occhiuto.

bellantoni@lactv.it