Non solo donne. Lo mette in chiaro subito il movimento Non Una di Meno nell’incontro con il quale a Lamezia Terme ha presentato il proprio manifesto politico in vista delle Regionali. Anche se è ancora tutto da determinare il parterre che si presenterà, è invece cristallizzato ciò che il movimento, nato in Argentina, vuole.

Basta discriminazioni ad ampio raggio, che si tratti di donne, omosessuali o di chi è più fragile o rappresenta una minoranza. Il movimento, che si definisce «femminista, transfemminista, antirazzista e antiliberista» prende la Calabria come metafora di marginalità propone di assumere, nel bene e nel male, questo margine per una rilettura critica dei problemi politici che abbiamo davanti e che non solo come donne abbiamo interesse a risolvere. Il margine da luogo di esclusione , confinamento, scarto nel quale è precipitata la Calabria in questi ultimi decenni, vogliamo che diventi la lente attraverso la quale riguardare persone e luoghi, criticità e risorse, città e paesi, donne e uomini».

«Pensiamo – si legge nel manifesto - innanzi tutto che senza una partecipazione attiva dei soggetti che in questo margine vivono nella costruzione di una Calabria migliore e alternativa a quella esistente, senza una comprensione e condivisione delle culture, dei valori, delle richieste di cui essi sono interpreti, non ci possa essere cambiamento possibile, riforma delle istituzioni, promozione dell’autonomia, della libertà, del benessere individuale, collettivo, dell’ambiente nel quale si vive».

Portavoce per Lamezia Terme Rosa Tavella, già parlamentare: «Senza il pensiero delle donne, senza la loro esperienza e la memoria di quello che le donne, le tante donne calabresi hanno fatto non c'è possibilità di alternativa in Calabria». «Ma – ha rimarcato Tavella - aldilà delle presenze femminili che sono importanti, quindi, più donne sicuramente nell'assemblea regionale, più donne al governo della Calabria, bisogna che chi governerà prossimamente alla Regione assuma come codice alcune parole chiave, per esempio l’inviolabilità del corpo femminile e l'assenza di ogni tipo di discriminazione, non solo nei confronti delle donne ma nei confronti di chi magari manifesta un orientamento sessuale non consueto, di tipo diverso da quello della maggioranza delle persone e trasformare queste parole in percorsi di cambiamento».