Il segretario generale dell’Area vasta Catanzaro, Crotone e Vibo invita a ritrovare sintonia con la società civile, dando risposte efficaci alle istanze di cambiamento
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«Riconnettersi alle inquietudini e alla voglia di cambiamento dei calabresi». È questa la rotta che il segretario generale della Cgil dell’Area vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Raffaele Mammoliti, auspica venga seguita da «chi deve decidere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione in Calabria».
Nella sua riflessione, il sindacalista parte dalla domanda retorica che si pone Enrico Rossi (governatore della Toscana, ndr), in merito alla scelta del candidato presidente: «Un operaio, un sindacalista, una partita Iva, un intellettuale, un insegnante, un infermiere, ed io aggiungo, una donna, proprio non riusciamo a trovarli?».
«In questi anni – continua Mammoliti - si è consumata una lacerazione profonda tra la sinistra politica di governo e la sinistra sociale nel paese e anche in Calabria. Basti pensare alle leggi approvate sul Job Act, all’Articolo18, ai provvedimenti sui patronati e sui Caaf tutti protesi ad annullare il ruolo e la funzione di rappresentanza sociale del sindacato confederale attraverso la cultura della disintermediazione. Anche in Calabria questo strappo si è consumato e la grande Manifestazione presso la cittadella del 16 novembre 2016 ne è la rappresentazione emblematica».
Il segretario della Cgil dell’area vasta, dopo aver espresso il proprio rammarico per il mancato accordo a livello regionale dell’attuale compagine politica alla guida del Paese («Pd, 5 Stelle, Leu insieme avevano aveva suscitato tante speranze e interesse tra il popolo di sinistra fortemente disgregato»), stigmatizza la «mancanza di confronto sui problemi, sui programmi, sulle riforme da mettere in atto per favorire un vero cambiamento della Regione assumendo come priorità improcrastinabile la definizione di un piano del lavoro a partire da una straordinaria assunzione di giovani diplomati e laureati nella pubblica amministrazione, senza la quale è a rischio la tenuta del sistema pubblico e l’esigibilità dei diritti di cittadinanza dei calabresi». «Il punto – prosegue - che deve essere assunto come prioritario per garantire in Calabria tenuta democratica, crescita civile e sviluppo produttivo è la legalità».
Mammoliti sollecita, inoltre, il varo di una nuova legge elettorale, perché quella attuale «prevede la percentuale di consensi più alta, forse al mondo, per poter entrare in consiglio regionale, riservato così a una piccola casta costruita da una oligarchia gerontocratica nella assoluta indifferenza della società civile». E ancora: «Bisogna trasferire la gestione delle risorse agli Enti locali e mantenere alla Regione soltanto il ruolo di programmazione e pianificazione dello sviluppo sostenibile; è necessario equiparare l'indennità dei consiglieri regionali, di presidenti e assessori all'indennità del sindaco del comune capoluogo di regione». «Per fare queste semplici cose – spiega - non credo ci sia necessariamente ed esclusivamente bisogno solo di imprenditori, prefetti e generali. E sinceramente nemmeno di Commissari distanti e avulsi dai problemi reali dei calabresi».
«Siamo di fronte a un passaggio molto delicato e importante - conclude -: le forze sane e democratiche non debbono assistere acriticamente ma, nel rispetto della propria autonomia possono contribuire, senza fare sconti a nessuno, a sostegno della legalità e del lavoro per un Calabria libera».