Il parlamentare e fratello del sindaco di Cosenza scrive un accorato post su Facebook che rivela la tensione del momento per l'investitura ufficiale che non arriva. Intanto il primo cittadino di Catanzaro stringe un patto con Lorenzo Cesa e l'Udc e si accorda per la candidatura di Filippo Mancuso nella lista centrista
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In attesa della data delle regionali, si continua a temporeggiare in entrambi gli schieramenti. Un’attesa che, ovviamente, logora chi da tempo è in campo e continua a non avere investitura ufficiale.
Ciò vale sia per il governatore Mario Oliverio, alle prese con le difficoltà interne e con i difficili rapporti con Nicola Zingaretti, sia per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
L’accelerazione sul nome di quest’ultimo, imposta dal coordinamento regionale di Forza Italia, si è rivelata un autentico boomerang. Nei lunghi mesi da quella scelta azzardata si sono consumate rotture interne, con lo stesso Silvio Berlusconi imbufalito per l’iniziativa di Lamezia per Occhiuto presidente mentre era in corso la campagna per le europee, ed esterne. Gli alleati non vogliono sentire più parlare di Occhiuto e non perdono occasione per boicottare riunioni e confronti. Lega e Fdi aspettano le evoluzioni del quadro nazionale prima di prendere qualsiasi decisione, ma non hanno nessuna intenzione di rinunciare alla Calabria.
Infine, le grane giudiziarie hanno fatto il resto con la ciliegina del default economico del capoluogo bruzio. Tanto che lo stesso Mario Occhiuto, ha affidato ai social un lungo sfogo appena qualche giorno fa e il fratello Roberto lo ha condiviso rilanciandone la candidatura.
«Abbiamo servito le Istituzioni con onore. Io in consiglio regionale e in Parlamento, tu nella nostra città. Abbiamo avuto il dono prezioso della fiducia dei nostri elettori ed il privilegio di poterli rappresentare. Tu, in particolare – scrive Occhiuto su Fb - sei riuscito a cambiare il volto di Cosenza, hai scritto il tuo nome in opere pubbliche importanti e, quindi, nella storia della città, che hai reso più bella e pulsante di vita.
Abbiamo superato tanti ostacoli: la diffidenza o l'invidia perché occupavamo spazi che non c'erano stati concessi per eredità o per cooptazione (…) Hanno passato il loro tempo in denunce ed esposti e, con la compiacenza di pezzi dello Stato, hanno cercato in ogni modo di fermarti, soprattutto da quando hai annunciato la tua candidatura alla Regione. Ma perché non succedeva niente quando a Cosenza tutto era immobile e chi amministrava prima di te sperperava risorse senza produrre nulla? – si chiede Occhiuto - La nostra strada non è mai stata in discesa, eppure mai ci siamo fermati. Non gliela daremo vinta neanche questa volta, allora! Vedremo se i calabresi vogliono tenersi Gentile, Guccione, Morra e i loro somiglianti».
Silenzio da Jole Santelli che, secondo molti dentro il partito, starebbe iniziando a valutare anche altre ipotesi.
Chi, invece, continua a lavorare sotto traccia è il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che in tempi non sospetta aveva preso le distanze dalla candidatura Occhiuto, non prendendo parte a quasi nessuna delle sue iniziative pubbliche.
Abramo, che aspetta di capire come e dove si posizionerà Giovanni Toti e con lui il gruppo calabrese che pare avere intenzione di seguirlo, sta già lavorando alla costruzione delle liste per le regionali. In occasione della recente visita del segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa ha avuto modo di confrontarsi in modo assai fitto sul futuro politico regionale e anche raggiunto un accordo di massima per la candidatura di Filippo Mancuso, ex assessore e oggi consigliere provinciale e comunale, nella lista centrista. Il che starebbe a significare un ulteriore smarcamento da Fi e un’apertura importante verso un possibile alleato che, evidentemente, è sempre meno convinto di Occhiuto. Il mese di agosto, insomma, si annuncia foriero di grandi novità politiche.
Riccardo Tripepi