VIDEO | La giunta comunale pitagorica aderisce alla petizione su richiesta del collettivo Peppe Valarioti: «Oltre alla pandemia, c’è una reale impossibilità dei fuori sede di tornare a casa»
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Da una parte l’emergenza sanitaria, che limita gli spostamenti, dall’altra la carenza di collegamenti diretti con il resto del Paese. Sono le motivazioni che hanno spinto la giunta comunale di Crotone, su proposta dell’assessore Filly Pollinzi, ad aderire alla petizione finalizzata a chiedere l’introduzione del voto per corrispondenza in favore dei cittadini fuori sede. L’adesione del comune pitagorico è ovviamente un mero atto di indirizzo politico, che si unisce all’appello lanciato dal collettivo Peppe Valarioti a Governo e Regione, anche in vista delle prossime elezioni regionali.
Contenere l’emergenza sanitaria
«È un paradosso che il governo ci chieda di rispettare il distanziamento sociale, evitare assembramenti e non spostarci da un territorio all’altro e poi – spiega Pollinzi - nel momento più alto della vita democratica di un Paese si voglia invece consentire lo spostamento di tantissime persone che sono fuori per studio o lavoro. Io credo che da ogni crisi, come questa sanitaria che stiamo vivendo, possa nascere un’opportunità e forse è arrivato il momento di dare risposte a questi ragazzi che per varie ragioni vivono fuori dal loro territorio di residenza e sono impossibilitati a partecipare democraticamente alla vita del Paese». Insomma, «la possibilità di esercitare il diritto di voto per corrispondenza costituirebbe una idonea misura per il contenimento della pandemia».
Gap infrastrutturale
Oltre all’emergenza sanitaria in corso, ci sarebbe da considerare poi lo storico gap infrastrutturale del territorio crotonese, con una stazione ferroviaria ormai quasi fantasma, un aeroporto aperto ma senza voli di linea e con la sola famigerata statale 106 come via di collegamento. Un deficit infrastrutturale, soprattutto nella fascia ionica, «che non permette un rientro in tempi accettabili, dunque spesso incompatibile con le attività lavorative e di studio. Limitazioni che comportano di fatto delle disuguaglianze sociali a sfavore di chi, pur volendo partecipare consapevolmente alla vita democratica del Paese, non ha la possibilità di raggiungere il comune in cui è iscritto alle liste elettorali» sottolineano dal Comune.
«È da questi territori così periferici come il nostro che – conclude l’assessore - deve alzarsi ancora di più la voce, perché oltre alla crisi pandemica c’è tutto un riflesso dietro all’impossibilità dei nostri giovani, ma non solo dei giovani, di tornare a casa per esercitare il proprio diritto di voto».